AGENDA DIGITALE

Caio: “Identità digitale pilastro della strategia di Poste”

L’Ad in audizione alla commissione Industria del Senato: “E-commerce e pagamenti della PA i progetti chiave”. E sulle Tlc: “Al momento non prevediamo una nostra centralità nel settore. Restiamo focalizzati sui servizi”

Pubblicato il 05 Nov 2014

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“A noi è chiarissimo che il tema dell’e-commerce e dei pagamenti della PA attraverso il meccanismo dell’identità digitale è un pilastro nostra strategia”. Lo ha detto Francesco Caio, Ad di Poste Italiane, ascoltato oggi in audizione alla commissione Industria del Senato.

Quanto al ruolo del gruppo nella realizzazione dell’agenda digitale, campo nel quale Caio è l’ex commissario di Governo il numero uno di Poste ha voluto marcare la differenza di ruoli rispetto a Telecom Italia, con cui pure sono possibili sinergie: “Noi ci occuperemo del software – ha detto Caio – Telecom farà la banda larga”. “Al momento non prevediamo una centralità nel mestiere delle telecomunicazioni – ha aggiunto – siamo orientati di più al servizio”.

Illustrando poi il disegno di trasformazione a medio-lungo termine dell’azienda, Caio ha prospettato la volontà dell’azienda di focalizzarsi sui settori della logistica, dei pagamenti e del risparmio, con “il forte investimento sulla qualità del servizio al cliente” che dovrà riguardare non soltanto il servizio postale, ma la “molteplicità di canali”, web compreso. Per questo, secondo Caio, sarà necessario ripensare, insieme alle istituzioni, “il servizio postale universale per adeguarlo alle esigenze del mercato”.

“La prossimità e la presenza di copertura territoriale è funzionale al piano che abbiamo in mente – ha precisato – oggi abbiamo 13mila sportelli, ma abbimao avviato una richiesta di autorizzazione per circa 5-600 sportelli in meno”. Un’ipotesi di chiusura che Poste avrebbe già condiviso con Agcom. “La territorialità, che è un valore – ha detto l’Ad – va bilanciata con la sostenibilità economica di tenere aperti tutti gli sportelli. Se le risorse pubbliche disponibili per il servizio postale universale passano da 340 a 260 milioni è il tempo di rifarci i conti in casa”.

Quanto alla possibile privatizzazione della società, Caio ha precisato: “Lavoriamo con l’azionista in modo costruttivo, non abbiamo un calendario preciso, sarà il Mef a dirci quando, noi stiamo lavorando per essere pronti”.

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