BANDA LARGA

Caio: “Ngn, investimenti condivisi chiave di volta”

Mister Agenda digitale lancia l’allarme: “Sulla fibra Italia troppo indietro”. E rilancia: “Servono nuovi modelli di business”. Agenda digitale: “La tecnologia per la fattura elettronica è pronta, ora le imprese si adeguino”

Pubblicato il 21 Gen 2014

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“Siamo molto indietro sulle reti di nuova generazione sulle quali passano filmati e musica”. Lo ha detto il Commissario per l’Agenda digitale, Francesco Caio, che sta ultimando il rapporto sulla banda larga in Italia che a giorni sarà consegnato al presidente del Consiglio, Enrico Letta. Intervenendo alla trasmissione Rai 2Next Caio ha precisato che su questi ritardi “c’è il focus, l’attenzione del report per capire se l’Italia può arrivare agli obiettivi dell’Europa”. Per Caio “sicuramente c’è bisogno di nuovi investimenti sulla rete. Abbiamo esaminato quello che i gestori hanno intenzione di fare. Fra pochi giorni faremo il punto della situazione. Ci sono aree in cui queste nuove reti non arrivano, bisognerà capire come il Governo e le altre istituzioni potranno intervenire”.

Quanto invece allo stato della rete “di prima generazione, quella base per arrivare fino a 2 Megabit siamo messi bene, copre quasi tutti”, ha concluso. Secondo Caio “ci sono diversi modelli che si possono utilizzare per lo sviluppo delle infrastrutture. E’ chiaro che nel momento in cui si condivide parte dell’investimento si possono fare reti più ampie”.

“Esistono delle tecnologie che consentono la condivisione delle infrastrutture – ha chiarito – Si fa una sola fibra e poi la si condivide. Le forme specifiche nel modo in cui questo avviene effettivamente dipende dal negoziato con le imprese però orientativamente si possono utilizzare dei nuovi modelli di business rispetto a quelli del passato”. Alla domanda se sia favorevole allo scorporo della rete, Caio ha risposto “bisogna chiederlo al Cda di Telecom Italia.

Riguardo alla fatturazione elettronica – una delle priorità dell’Agenda digitale – Caio ha ricordato che “la tecnologia è pronta, c’è una piattaforma IT, ora la sfida è che le imprese si adeguino”. Mister Agenda Digitale ha enumerato “la trasparenza e la certezza dei dati”. Parlando invece dell’informatizzazione della PA, ha spiegato che “ci sono dei punti di eccellenza, ma non si parlano tra loro”. Secondo Caio “bisogna spendere meglio i soldi che ci sono, ogni anno si tratta di 5-6 miliardi per l’informatica
pubblica. Se si riqualifica la spesa si può fare molto”.

Riguardo poi all’anagrafe nazionale Caio ha spiegato che “tra il 2014 e il 2015 le anagrafi che ora sono gestite dai Comuni passano a un sistema centrale. Si tratta di un grosso passo avanti, si crea una specie di piattaforma comune a tutti”. Parlando infine dell’identità digitale, il Commissario ha chiarito che “è stato concluso un processo di consultazione. Abbiamo chiesto a cittadini e imprese come vogliono questo sistema, già dalla seconda parte di quest’anno partirà il progetto pilota”.

Il rapporto Caio, che il viceministro Catricalà ha detto che sarà presentato la prossima settimana, punterà il dito contro il rallentamento degli investimenti nella rete internet veloce che potrebbe seriamente ritardare il raggiungimento, da parte dell’Italia entro il 2020, degli obiettivi dell’Agenda digitale. Il rapporto sottolineerà inoltre l’obsolescenza delle reti in rame e come risulti insoddisfacente la realizzazione di reti di accesso alla banda larga, tanto che solo il 14% delle famiglie italiane ha accesso alla rete a velocità maggiori di 30 Mbit/s per scaricare dati, video e filmati. Mentre sul fronte del digital divide, sono ancora 2,3 milioni gli italiani (il 4% della popolazione) rimasti senza una copertura da servizi a banda larga da rete fissa. Ritardi che, come avrà modo di sottolineare Caio, frenano la domanda di banda larga, lo sviluppo e la competitività delle nostre aziende.

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