LA VERTENZA

Call center, ancora braccio di ferro tra Almaviva Contact e Cgil

Il tribunale del Lavoro di Roma accoglie il ricorso del sindacato contro i trasferimenti a Catania dei 153 addetti licenziati nella Capitale. Azzola: “Ora basta atteggiamenti ritorsivi”. L’azienda: “Sentenza non entra nel merito delle legittimità del reintegro”

Pubblicato il 28 Dic 2017

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Ancora braccio di ferro tra Almaviva Contact e la Cgil sulle questione dei licenziamenti a Roma. Il Tribunale del Lavoro di Roma ha accolto il ricorso presentato dal collegio degli avvocati della Slc Cgil di Roma e del Lazio contro il trasferimento a Catania dei 153 lavoratori licenziati da Almaviva Contact ma reintegrati lo scorso 16 novembre con ordinanza  del tribunale di Roma.

“L’ordinanza del giudice – spiegano il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Michele Azzola e il segretario generale della Slc Cgil di Roma e del Lazio, Riccardo Saccone  – riconosce pienamente l’antisindacalità del comportamento aziendale e, pertanto, revoca i trasferimenti collettivi. Sarebbe davvero ora che Almaviva cessasse una buona volta con questi atteggiamenti ritorsivi. Il trasferimento a Catania dei 153 lavoratori, così come quelli a Rende delle lavoratrici non licenziate lo scorso 22 dicembre perché tutelate dalla legislazione sulla maternità, non hanno alcun fondamento tecnico o organizzativo ma hanno semplicemente l’amaro gusto della ritorsione”.

“Con una sede di Roma, ormai palesemente operativa, anche a seguito della recente assunzione di circa 100 operatori adibiti alla commessa Gse, davvero non c’è altra spiegazione a un simile comportamento aziendale – proseguono i due – L’azienda si sta ulteriormente incamminando su una strada che porterà soltanto a un ulteriore, infinito, contenzioso giudiziario senza senso”.

“Ci chiediamo cosa attendano le istituzioni, a partire dal ministro Calenda, a prendere posizione contro questo accanimento inqualificabile, irrispettoso delle persone ma anche delle più elementari regole di convivenza – concludono Azzola e Saccone – perché, come ebbe a dire un altro esponente del Governo sempre sulla vicenda Almaviva, ‘nel settore si spostano le commesse non i lavoratori'”.

Pronta la risposta di Almavava Contact. “Il Decreto emesso oggi dal Giudice del Lavoro di Roma interviene sulla sola correttezza procedurale dei rapporti tra Almaviva Contact e le organizzazioni sindacali per il caso specifico, senza entrare nel merito della legittimità della reintegra in servizio dei lavoratori in una sede diversa da quella dell’originario rapporto di lavoro – si legge in una nota – Il Giudice, qualificando il richiamo in servizio come trasferimento, ha indicato la necessità di un procedimento che preveda la preventiva comunicazione ai sindacati, precisando comunque che è ben possibile che mutate esigenze aziendali, coeve o anche successive al recesso, possano determinare che la reintegra avvenga direttamente presso altra sede di lavoro”.

Tenuto conto che il sito produttivo di Roma è ormai chiuso da dicembre 2016, “Almaviva Contact ha già avviato una nuova procedura, sulla base di quanto indicato dal decreto”.

Almaviva Contact sottolinea inoltre che “con cinque distinte ordinanze emesse nella giornata di ieri, lo stesso Giudice ha rigettato i ricorsi cautelari presentati dai lavoratori richiamati in servizio presso la sede di Catania. I proclami della Cgil di Roma e del Lazio, puntuali nello strumentalizzare l’unico pronunciamento favorevole tra i tanti emessi”, conclude la nota, “rivelano una compiaciuta deriva giudiziaria, che si illude di ridurre la rappresentanza dei lavoratori a questione da aula di Tribunale, piuttosto che sostenerla all’interno di un corretto sistema di relazioni industriali”.

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