IL TAVOLO

Call center, la Cgil lancia l’allarme: “Crisi senza precedenti, ultima chiamata per Renzi”

Gare al massimo ribasso, clausola scoiale e ammortizzatori sociali i temi caldi sul tavolo convocato dal Mise. La Slc: “Il governo decida da che parte stare: se con i lavoratori o con chi ha contribuito al declino del settore”

Pubblicato il 09 Mar 2016

F.Me

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Gare al massimo ribasso, clausola sociale, ammortizzatori sociali. Sono questi i temi caldi che verranno affrontati oggi al tavolo convocato dal ministero per lo Sviluppo economico sui call center. Per Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil si tratta dell’ultima chiamata per il governo.

“Anche dopo la convocazione, Poste ed Enel hanno proceduto ugualmente ad assegnare le attività oggetto della gara in assenza del rispetto delle clausole sociali. E’ un atto grave – denuncia Azzola – che dimostra l’arroganza dei vertici delle società e l’assoluta assenza di rispetto delle istituzioni, scaricando anzi sul governo le migliaia di licenziamenti che si prospettano.”

“Infatti governo e Parlamento hanno provveduto a votare la legge che garantisce la continuità del rapporto di lavoro nei cambi di appalto, ma le due aziende, controllate proprio dallo Stato, hanno deciso di procedere su una strada sbagliata che rischia di impedire qualunque soluzione. Inoltre il Governo deve farsi garante sul rispetto delle norme di legge sulla delocalizzazione delle attività di call center, legge entrata in vigore quattro anni or sono ma mai applicata, passo che consentirebbe di fermare la fuga di imprese verso paesi con un basso costo del lavoro, riuscendo così anche a riportare in Italia attività importanti e contribuire a stabilizzare i livelli occupazionali.”

“Infine lo stesso Governo dovrà garantire gli ammortizzatori sociali che consentano una gestione efficiente delle crisi occupazionali in atto – conclude Azzola. In assenza di risposte ed impegni precisi, le migliaia di licenziamenti che si concretizzeranno nei prossimi mesi, soprattutto nelle città che soffrono una maggiore tensione occupazionale, non avranno alcuna prospettiva se non quella di manifestare la rabbia nei confronti dell’abbandono in cui i lavoratori sono stati relegati.”

Rincara la dose Riccardo Saccone (Slc Cgil nazionale). “La situazione dei lavoratori dei call center è realmente drammatica, non stiamo drammatizzando – avverte il sindacalusta – Non ci siamo mai sottratti e neanche ora ci sottrarremo al confronto con le istituzioni, ma il punto è che se le gare per i servizi di customer care sono basate sul massimo ribasso, si annullano i margini di discussione. Tanto più grave è la situazione se aziende a partecipazione pubblica proseguono nell’assegnazione delle gare non applicando la legge dello stato che impone la continuità dei rapporti di lavoro nei cambi appalto (le cosiddette clausole sociali).”

“Nel giro di 60 giorni avremo pertanto i primi licenziamenti: centinaia di persone ora cui rischiano di aggiungersene migliaia se le istituzioni non pongono un freno e non fanno rispettare le leggi ad iniziare dalle aziende pubbliche – prosegue Saccone – Dopo il volantinaggio di fronte la sede dell’Enel, ci recheremo al Mise per partecipare al tavolo, mentre lavoratori dei call center manifesteranno per reclamare i diritti minimi, riconosciuti ai loro colleghi di tutta Europa.”

“Il governo deve scegliere da che parte stare – conclude Saccone – se con chi chiede il rispetto delle leggi che il governo ha contribuito a varare oppure con chi le viola creando drammi sociali in aree del paese che non saranno governabili da nessuno.”

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