L'AUDIZIONE

Cardani: “Serve una via italiana al digitale”

Il presidente designato di Agcom in audizione alla Camera: “Bisogna colmare il gap con gli altri Paesi. Dalle Ngn incremento del Pil tra l’1% e il 2%”. E sull’asta frequenze: “Tempi drammaticamente stretti”

Pubblicato il 20 Giu 2012

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Serve una “forte cooperazione” tra l’Agcom e il legislatore per “favorire il cambiamento” nel modo più funzionale possibile. E’ quanto ha sottolineato il presidente designato dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, nella sua audizione davanti alla IX Commissione (trasporti e Tlc) della Camera. Cardani ha indicato la necessità di “massima collaborazione tra l’Agcom e l’autorità Antitrust” e sottolineato il ruolo “centrale” di Internet e l’impegno di Agcom in questo settore nonché il ruolo “determinante” delle Tlc per la competitività del sistema Paese.

Secondo il futuro presidente Agcom serve “una via italiana alla digitalizzazione che ci permetta di recuperare il tempo perduto”. “L’Italia – ha poi aggiunto Cardani – è molto in ritardo sui partner europei e sui concorrenti diretti. Occorre colmare questo divario in un periodo in cui serve attenzione alla redditività degli investimenti”. “Il nostro Paese è indietro sull’uso di Internet – ha spiegato -. Lo utilizza poco più del 50% della popolazione contro il 70% della media europea. Siamo indietro anche sull’uso dell’e-government e della banda larga. Occorre trovare una strada che ci permetta di recuperare le posizioni perdute”.

Sul versante Ngn Cardani ha ricordato che il loro sviluppo “avrebbe un effetto rilevante sulla produttività delle imprese italiane mentre l’incremento del Pil, tra effetti diretti e indiretti, sarebbe tra l’1 e 2%”. Ma in Italia “ci sono ostacoli maggiori che in altri Paesi – ha detto – come il fatto che il 53% dei cittadini vive in centri con meno di 30mila abitanti, cosa che rende la creazione della rete ad alta velocità più complessa e contemporaneamente rende anche più importante il tema dell’inclusione e dell’uguaglianza sociale”.

Concludendo l’audizione Cardani ha messo in luce come il ventaglio di temi di competenza Agcom copra “una gamma di settori molto ampia, dal punto di vista dell’enunciazione statistica: Tv, Internet, Poste. L’ecosistema digitale mette in gioco configurazioni diverse di imprese con vocazioni diverse: esiste dunque una difficoltà oggettiva a svolgere il lavoro di analisi. Ma esistono anche difficoltà di tipo politico: valori legati ai diversi settori – cultura, libertà di espressione, libertà individuale, accesso paritario a stesse risorse -, valori e diritti che vogliamo proteggere, devono essere coniugati con un alfabeto diverso”, ancora da trovare. Ma mentre sull'”analisi tecnica Agcom ha le forze per cavarsela da sola, su analisi di ordine superiore che riguardano diritti politici e civili l’autorità ha il diritto di occuparsene, ma se legittimata dal parlamento”. “Non ho la possibilità di avere opinioni – chiude Cardani sottolineando la natura collegiale di Agcopm -:, devo essere indipendente dalle mie stesse opinioni che si consolideranno solo quando analizzeremo i problemi seduti in cinque intorno al tavolo”.

Nei prossimi giorni il presidente designato sarà in audizione al Senato; dopo il voto delle due commissioni il decreto di nomina passerà sul tavolo del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano per la firma.

L’introduzione ha ricevuto il plauso dei componenti della Commissione. Ma il gran numero di domande poste dai deputati è stato stoppato dal presidente di Commissione Mario Valducci: “Questa audizione segna un’innovazione nella storia di Agcom – ha detto – Tuttavia non siamo al bar: trovo inopportuno che il professore si esponga a risposte avendo già peraltro indicato la sua visione economica nel corso della relazione”. Tuttavia una risposta Cardani l’ha data: a Paolo Gentiloni (Pd) che chiedeva se il presidente in pectore ritenesse possibile attenersi ai termini indicati dal governo per la formulazione del bando di gara frequenze: “Mi sembrano tempi drammaticamente stretti” la risposta.

Per Carlo Monai (Idv) “la designazione di Cardani dà valore a competenze e professionalità più che alle appartenenze politiche”. Il deputato ha auspicato che l’authority scelga di impegnarsi non solo “sui temi della competitività del sistema Italia ma anche dei diritti dei cittadini nella nuova società digitale”. Anche Gentiloni ha espresso “apprezzamento sia per la procedura che apre al confronto con il presidente designato prima di esprimersi sulla conferma, sia per la trasparenza con cui Cardani si è aperto al confronto”. Plauso alla relazione “molto centrata su Internet: non sarebbe stata così 14 anni fa, non è così spesso ancora oggi” ha detto Gentiloni. Il deputato Pd ha chiesto le posizioni del futuro presidente sull’eventuale riorganizzazione dell’autorità alla luce del suo dimezzamento e, rispetto al diritto d’autore sul Web, se Cardani pensi di confermare “la posizione adottata da Calabrò” che sul tema chiedeva una norma primaria.

Jonny Crosio, Lega nord, ha chiesto se Cardani ritenga che le richieste europee rischino di entrare in conflitto con la grave congiuntura economica mentre per Vincenzo Garofalo, Pdl, va considerato che la “comunità digitale guarderà attentamente” all’operato di Agcom e per Daniele Toto, Fli, l’autorità dovrà affrontare grandi sfide, in particolare “il nodo sul diritto d’autore e la circolazione dei beni digitali su Internet”. Marco Beltrandi, Pd, ha voluto ribadire le “implicazioni anche politiche” dei settori di cui si occupa Agcom e ha puntato il dito contro le “precedenti compagini” dell’autorità che non ha “tutelato a sufficienza” i diritti civili e politici dei cittadini esponendo l’Italia a “violazioni sistematiche delle regole” soprattutto nel campo dei media.

Mario Lovelli, Pd, ha sottolineato i problemi di squilibrio concorrenziale che ancora affliggono il sistema radiotelevisivo, precisando che esistono ancora troppi ostacoli alla corretta garanzia del servizio pubblico: il deputato ha chiesto a Cardani se non ritenga opportuno per Agcom l’elaborazione di “ipotesi di soluzioni legislative adeguate”.

Renzo Lusetti (Udc) ha voluto indicare nella carenza di banda larga uno dei punti nevralgici della futura attività di Agcom in particolare ricordando i problemi di Expo 2015. Sandra Zampa (Pd) ha sollecitato l’attenzione di Agcom sul tema dei minori di fronte alla Rete.

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