Cardani: “Servono nuove regole per il giornalismo ai tempi del web”

Il presidente Agcom presenta l’indagine conoscitiva sul mondo dell’informazione: Internet è l’unico media che genera ricavi in crescita per le news

Pubblicato il 17 Giu 2015

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“Occorre adottare nuove regole che disciplinano il sistema dell’informazione. Sarebbe appropriato un quadro di regole coordinate per i vari media, sufficientemente flessibile, adatto all’evoluzione del sistema e in grado di garantire un reale pluralismo informativo; tale quadro dovrebbe tener conto delle specificità del web e del nuovo ruolo che vanno assumendo gli operatori di servizi Internet”. E’ quanto si legge nell’Indagine conoscitiva dell’Agcom su “informazione e internet in Italia. Modelli di business, consumi, professione”, illustrata al Senato, dal presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani (nella foto) e anticipata nei giorni scorsi da CorCom.

A conclusione dell’indagine, si auspica anche un ripensamento “del quadro di riferimento della professione giornalistica, che vada nella direzione di aggiornare il sistema all’evolversi del contesto tecnologico e di mercato” e “del ruolo dell’intervento pubblico a sostegno del sistema informativo” che porti “verso sistemi di finanziamento misti, che coniughino finanziamenti privati e pubblici”. Dall’indagine, realizzata attraverso l’Osservatorio sul giornalismo su più di 2.300 giornalisti (6,5% del totale), emerge come in Italia esistano degli ostacoli strutturali al cambiamento che non favoriscono l’efficiente allocazione delle risorse.

La dimensione media delle redazioni passa dai 53 addetti dei quotidiani (di cui 16 giornalisti, 35 collaboratori esterni e 2 altre figure professionali), ai 21 della tv, fino ad arrivare ai 9 della radio. Nell’ultimo quinquennio si è inoltre assistito ad una progressiva riduzione dei ricavi: i media “classici” (quotidiani, tv, radio) hanno complessivamente perso quasi 2 miliardi di euro, presentando una riduzione media pari al 16% nel periodo 2010-2014, con punte superiori al 30% per i quotidiani.

Internet è l’unico mezzo che mostra ricavi in crescita, anche se la sua incidenza sui ricavi complessivi rimane relativa (circa 15%) e la parte informativa del web non registra valori tali da far pensare a una sua sostenibilità.

L’attuale proposta informativa – sottolinea l’indagine – appare adeguata nell’offerta di contenuti tradizionali, quali economia, arte, spettacoli e politica (in cui ad un eccesso di domanda corrisponde tuttavia una elevata qualificazione dell’offerta) che compongono il palinsesto tipico di un tg o di un quotidiano. Viceversa, su argomenti di nuovo interesse, come tecnologia e salute, l’attuale offerta appare impreparata.

Al dibattito ha partecipato anche il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri che ha tra l’altro sottolineato la necessità di uguaglianza fiscale tra tv e operatori di Internet, anche in vista dell’arrivo di Netflix.

Per il commissario Agcom, Antonio Martusciello, “la digitalizzazione ha provocato un abbassamento delle barriere di ingresso nel mercato dell’informazione, facilitando la partecipazione di un numero crescente di attori. Questo, tuttavia, non si è tradotto necessariamente in una maggiore concorrenza ed in una minore concentrazione”.

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