Negli ultimi mesi, molte analisi di settore delle Tlc (J.P. Morgan, Morgan Stanley, Barclays) hanno evidenziato come i mercati nazionali europei presentino un numero di operatori, in rapporto all’utenza potenziale, e un’intensità competitiva tali da non consentire a tutti i concorrenti un adeguato livello di sostenibilità economica.
Questa situazione risulta particolarmente accentuata in Italia. Nel periodo 2010-2020, in una fase di ingenti investimenti nelle reti ultra-broadband fisse e mobili, i principali operatori del nostro Paese hanno conseguito una riduzione dell’Ebitda aggregato di circa il 40% (passando dai 16,83 miliardi di euro del 2010 ai 10,36 miliardi di euro del 2020) e un utile netto aggregato negativo per circa 900 milioni di euro. (fonte: Agcom “Focus Bilanci Comunicazioni Elettroniche”). Nello stesso periodo, si è registrata in Italia una riduzione dei prezzi medi per servizi Tlc, fissi e mobili, del 32,9%, più che doppia rispetto alla media UE27 (fonte: Agcom “Osservatorio sulle Comunicazioni”). Questo trend ha portato i prezzi Tlc in Italia ai valori più bassi tra i Peers della UE.
La forte pressione sui prezzi dipende, come detto, anche dal ridotto bacino di utenza a disposizione dei singoli operatori: ad esempio il rapporto tra popolazione e numero di operatori mobili negli Usa è pari a 82,5 milioni di abitanti, mentre in Italia è 5 volte inferiore (14,8 milioni di abitanti). Un contesto analogo si riscontra per i principali operatori fissi.
Il trend fortemente decrescente dei prezzi e l’elevata numerosità dei concorrenti si è resa ancor più rilevante nell’attuale congiuntura internazionale che sta determinando, tra l’altro, una crescita non preventivata dell’inflazione a livelli che non si vedevano dai primi anni ’90: 6,2% su base tendenziale ad aprile 2022 con possibilità di arrivare all’8% per l’intero 2022 nello scenario più sfavorevole (fonte: Banca d’Italia “Bollettino Economico”).
Non deve, quindi, sorprendere che in Europa si osservi una tendenza sempre più diffusa ad una indicizzazione dei prezzi Tlc, sia a livello wholesale (es. Regno Unito, Olanda, Francia, Belgio e Danimarca) sia retail (es. Regno Unito, Germania, Spagna, Francia), giustificata proprio dalla necessità di recuperare l’aumento dell’inflazione e dei costi dell’energia che vede gli operatori Tlc tra i maggiori utilizzatori.
Al contempo, si assiste ad una ripresa delle aspettative di consolidamento tra operatori Tlc, soprattutto nei mercati più “affollati” (Italia, Spagna e Regno Unito). Tuttavia, l’incertezza del quadro economico e il focus delle politiche europee sulla Società Digitale potrebbero, auspicabilmente, determinare una maggiore attenzione, rispetto a quanto avvenuto nel recente passato (come, ad esempio, nel caso della bocciatura del merger Three UK/O2 poi annullata dalla General Court nel 2020), alle efficienze di costo e alla sostenibilità degli investimenti assicurate dal consolidamento e ai conseguenti benefici che ne possono derivare per i consumatori.
@RIPRODUZIONE RISERVATA