“Nel 2020 mancheranno in Italia tra le 100 e le 200mila figure tecnologiche”. Lo ha detto in un’intervista a Il Mattino il presidente di Confindustria Digitale, Elio Catania che si appella al governo per “accelerare sull’Agenda digitale”.
Secondo Catania, nel settore che oggi conta 250mila addetti, ci potrebbe essere un ulteriore exploit della domanda di lavoro anche al Sud” in un contesto, come quello italiano, dove mancano 25 miliardi di euro di investimenti”.
“Quando anche le nostre imprese cominceranno da investire secondo il trend europeo (il manager si augura che avvenga nei prossimi 5 anni) ci sarà una domanda enorme di specialisti”.
Specialisti a cui sarà richiesta una forte preparazione. “Confindustria – ricorda Catania – sta lavorando a un grande programma pubblico-privato, tra Pmi, industria e PA. Anzitutto nel settore dell’Istruzione dove bisogna investire molto. Ad esempio nei tecnici degli istituti professionali, in modo tale che la transizione dalla scuola al lavoro avvenga incontrando la domanda”.
Il modi dell’industria “è pronto a fare grandi programmi di formazione su queste aree innovative, come quella degli istituti tecnici”.
Per quanto riguarda i finanziamenti Catania ricorda che “ci sono fondi strutturali che molto spesso vengono dirottare dalle Regioni su aree meno innovative. Con un riorientamento dei fondi UE possiamo alimentare un grosso programma di alta formazione scolastica”.
Circa la possibilità di attuare finalmente l’Agenda Digitale, il numero uno di Confindustria Digitale dice che è arrivato il momento di accelerare con realismo su poche cose. “Partiamo con Anagrafe unica, fascicolo sanitario elettronico e dello studente, le piattaforme di comunicazione integrata tra banche dati”.