L'OPERAZIONE

Catricalà: “Telefonica accetti lo scorporo”

Il viceministro alle Comunicazioni interviene sul progetto di scorporo societario e “invita” gli spagnoli a stare alle nuove condizioni “altrimenti i rapporti con il governo sarebbero difficili”

Pubblicato il 22 Nov 2013

F.Me.

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“Telefonica dovrebbe accettare di scorporare” la rete di accesso, una volta completata l’acquisizione del controllo di Telecom. Lo sostiene Antonio Catricalà, viceministro dello Sviluppo economico ai microfoni di Mix 24 su Radio24. Lo scorporo della rete sarebbe “non proprietario ma societario. Ci sarebbe un grande partner, la Cdp, e si potrebbe far gravare sulla rete 20mila dipendenti e parte di debito”. Catricalà ha chiarito poi che “se Telefonica acquisterà Telecom avrà in pancia anche la rete” e “dev’essere la società che decide di scorporare la rete”. Se Telefonica non dovesse decidere per lo scorporo, si terranno la rete “con più difficoltà nei confronti del governo”. Inoltre l’eventuale vendita di Telecom Brasile non depaupererebbe la società: Telefonica infatti, ha spiegato Catricalà, “compra una serie di clienti con cui cominciare a fare servizi in senso vero”.

“La rete è strategica e va difesa – prosegue – Il mercato deve fare il suo gioco e il governo deve avere alcune garanzie”. Riferendosi al tema dell’italianità, il viceministro ha evidenziato come la proprietà sia una cosa” ma come questa azienda “resti italiana” e vada difesa anche per la “sua qualità e l’occupazione”. Per questo, ha rivelato, “se avessero chiesto a me avrei detto di no alla vendita a Telefonica”, anche se “non sono contrario” agli spagnoli.

Sul tema privatizzazioni, il viceministro ha detto che porteranno in cassa circa “una decina di miliardi, ma non mi va di parlarne come noccioline. E’ una bella cifra, che useremo per ridurre il debito”. “Queste privatizzazioni sono obbligate, le dobbiamo fare per forza – ha sottolineato – ma dobbiamo valorizzare al massimo il nostro patrimonio e venderlo al meglio”. Sui criteri, ha ricordato che “al Tesoro hanno studiato bene scegliendo ciò che andando sul mercato può migliorare. Il brand Italia è sceso, è un segno tangibile di crisi ecco perché dobbiamo riportarlo su. Ma deve riprendere la produzione industriale”.

Nel dibattito privatizzazioni è entrato anche Matteo Renzi, sindaco di Firenze e candidato alla segreteria del Pd. ”Bene le privatizzazioni – ha chiarito ma solo se si fanno sulla base di obiettivi precisi, non come ha fatto il governo D’Alema con la Telecom che ha eliminato una bella occasione di ricchezza per il Paese”.

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