I cavi sottomarini trasportano il 99% del traffico dati internazionale. Sono la spina dorsale della connettività globale, ma anche una delle infrastrutture più vulnerabili e meno protette. Secondo l’analisi di Recorded Future, il rischio sistemico che grava su queste reti è in forte aumento, alimentato da tensioni geopolitiche, sabotaggi mirati, incidenti fisici e capacità di riparazione insufficienti.
Negli ultimi diciotto mesi, sono stati registrati 44 danni pubblici a cavi sottomarini, distribuiti in 32 gruppi distinti. Le cause principali includono dragaggio di ancore, fenomeni naturali e attività sospette di navi legate a Russia e Cina. Le aree più colpite sono il Mar Baltico, il Pacifico occidentale e il Mar Rosso, dove la combinazione tra bassa ridondanza e ritardi nei permessi di riparazione ha causato interruzioni prolungate.
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Geopolitica e sabotaggi: una minaccia crescente
La guerra in Ucraina e le pressioni cinesi su Taiwan hanno intensificato le attività di sabotaggio. Le tecniche utilizzate sono spesso a bassa sofisticazione, come il trascinamento di ancore, ma altamente efficaci nel danneggiare infrastrutture critiche mantenendo plausibile negazione. Quattro incidenti nel Mar Baltico e cinque attorno a Taiwan sono stati attribuiti a navi con proprietà opaca o manovre sospette, legate a interessi statali.
Queste operazioni, pur difficili da attribuire formalmente, sono destinate ad aumentare, sfruttando la fragilità delle rotte secondarie, la scarsa diversificazione dei percorsi e la limitata capacità globale di riparazione. Le zone con bassa ridondanza, come l’Africa occidentale, le isole del Pacifico e alcune tratte europee, sono particolarmente vulnerabili.
Capacità di riparazione sotto pressione
Attualmente esistono circa 80 navi dedicate alla manutenzione dei cavi sottomarini, gestite da operatori come Global Marine Systems, Orange Marine, SubCom, ASN e Optic Marine Services. Tuttavia, la domanda di interventi supera la capacità disponibile, con tempi medi di ripristino che superano i 40 giorni e rischiano di allungarsi ulteriormente a causa di ritardi nei permessi nazionali e accesso limitato alle zone di conflitto.
Il costo medio di una riparazione varia tra 1 e 3 milioni di dollari, richiede equipaggi specializzati e può durare mesi. Le soluzioni alternative, come i collegamenti via satellite o microonde, sono solo parziali, in grado di ripristinare una frazione della banda persa.
Impatti economici e digitali
I danni ai cavi sottomarini non sono solo un problema tecnico, ma un rischio economico e strategico. Le interruzioni possono compromettere transazioni finanziarie, servizi cloud, comunicazioni governative e operazioni militari. Recorded Future evidenzia come le campagne di sabotaggio siano destinate a diventare strumenti di pressione politica, capaci di generare disagi significativi senza escalation militare.
Nel 2024, tre incidenti – nel Mar Rosso, in Africa occidentale e in Sudafrica – hanno causato interruzioni prolungate a più cavi simultaneamente, con impatti gravi su paesi privi di rotte alternative. In uno di questi casi, un missile ha colpito una nave britannica, danneggiando i cavi AAE-1, EIG e Seacom, e interrompendo il 25% del traffico tra Asia, Europa e Medio Oriente.
Vulnerabilità strutturali e minacce cyber
Oltre ai rischi fisici, i cavi sottomarini sono esposti a minacce cyber. I sistemi di gestione avanzata adottati per aumentare la capacità di banda possono essere vettori di attacco, mentre le infrastrutture di sbarco, i fornitori terzi e i software di rete rappresentano punti critici per operazioni di spionaggio.
La crescente presenza di aziende statali cinesi come proprietarie e gestori di cavi ha sollevato preoccupazioni sulla sorveglianza digitale, mentre l’espansione dei hyperscaler ha aperto il dibattito su monopoli infrastrutturali e sovranità digitale.
Strategie di resilienza e cooperazione
Per affrontare queste minacce, Recorded Future propone una serie di misure strategiche. La prima è la creazione di partenariati pubblico-privati per investire in capacità di riparazione, sorveglianza e manutenzione. La seconda è il miglioramento del monitoraggio in tempo reale, con sistemi di allerta precoce e analisi predittiva. La terza è la semplificazione dei processi diplomatici, per accelerare i permessi di intervento in aree sensibili.
È inoltre fondamentale diversificare le rotte, aumentare la ridondanza e condurre stress test sulle infrastrutture esistenti. La resilienza dei cavi sottomarini deve diventare una priorità strategica, al pari della sicurezza energetica e alimentare.
Una sfida globale per la sicurezza digitale
Con 597 cavi sottomarini in funzione o in costruzione nel 2025, il sistema globale di connettività è più esteso che mai, ma anche più vulnerabile. Le minacce non riguardano solo le grandi potenze, ma anche le economie emergenti, le isole remote e le regioni con infrastrutture fragili. La protezione dei cavi sottomarini è una sfida globale, che richiede coordinamento internazionale, investimenti mirati e consapevolezza politica.
L’analisi Recorded Future invita a considerare la sicurezza dei cavi sottomarini come un tema centrale per la sovranità digitale, la continuità operativa e la stabilità geopolitica. In un mondo interconnesso, la resilienza delle reti fisiche è il fondamento della sicurezza digitale.