SPIN OFF

Cda Telecom Italia: all’odg lo scorporo della rete

Domani inizia la discussione del “dossier” spin off. L’Asati invita l’azienda a spingere sulla realizzazione del progetto. “Entro dicembre si costituisca la Newco. Sì alla Cdp, ma aprire anche a fondi di investimento”. E sulla contrapposizione Ftth-Fttc: “Basta notizie strumentali: non esiste una soluzione unica valida per tutto il Paese”

Pubblicato il 26 Set 2012

Mila Fiordalisi

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C’è il “dossier” scorporo della rete all’odg del cda di Telecom Italia in calendario per domani. L’ipotesi di scorporare la rete in rame si sta facendo sempre più probabile. E il presidente esecutivo Franco Bernabè nei giorni scorsi ha evidenziato che i pro dell’operazione sarebbero maggiori rispetto ai rischi. Tra i benefici ci sono “una maggior flessibilità commerciale, una crescita a lungo termine del business della rete di accesso e una significativa creazione di valore per gli stakeholder di Telecom” che deriverebbero dal nuovo scenario che si costruirebbe con la direttiva Ue attesa per il 2013, direttiva che diversamente dai piani iniziali del commissario Ue all’Agenda digitale Neelie Kroes fortemente orientata agli investimenti in fibra to the home mira a un approccio più “light”, con la possibilità di utilizzare anche il mix tecnologico, per consentire alle telco di mandare avanti i propri piani.

In attesa della discussione di domani l’Asati, l’associazione che rappresenta i piccoli azionisti di Telecom Italia, ha preparato una relazione sullo scorporo della rete. “Il vertice di Telecom Italia sembra finalmente aver sposato questa tesi. Meglio sarebbe stato per la società e il Paese se questa scelta fosse stata accettata anni fa, quando Asati lo propose, nell’Assemblea di aprile 2007”, si legge nella lettera a firma del presidente Franco Lombardi indirizzata al Cda di Telecom Italia, agli azionisti, alla Cassa depositi e prestiti, all’Agcom e per conoscenza alla Consob. “Basti pensare alla valutazione della rete, certamente molto più elevata di quanto oggi in discussione. Ma ora è assolutamente indispensabile passare dalle parole e dalle schermaglie sui giornali ai fatti, e occorre farlo velocemente impegnandosi su scadenze ben precise”.

Secondo Asati “occorre ratificare entro dicembre 2012 la costituzione di una Newco in cui far confluire la maggior parte degli asset di “open access”,(la divisione della rete di distribuzione di TI) la rete di accesso in rame e in fibra, le infrastrutture civili, cavidotti, tubazioni, gallerie, torri, i sistemi di alimentazione”. Sul valore dell’infrastruttura Asati stima un importo non inferiore ai 15 miliardi di euro ma rimanda la questione all’advisor che sarà chiamato a determinare il valore stesso. “Dovrà tener conto delle caratteristiche peculiari della rete in rame, specialmente la limitata lunghezza dei rilegamenti di utente e la robustezza alle diafonie, che ne fanno una delle migliori reti di accesso europee”.

Riguardo alla composizione della newco Asati suggerisce che l’azionariato sia aperto innanzitutto alla Cassa Depositi e Prestiti, ma anche a Fondi di investimento. E sul fronte tecnologico “la contrapposizione tra tecnologie, Fttc e Ftth, che riporta quotidianamente la stampa è solo strumentale, come ben sanno quelli che hanno esperienza di progettazione e realizzazione di reti”, ci tiene a puntualizzare l’associazione. Non esiste una soluzione unica valida per l’intero Paese e per tutte le realtà territoriali. L’Ftth è certamente adatta a realtà a forte concentrazione di clientela, a famiglie o imprese, con elevata richiesta di accessi a larga banda, lì dove ci saranno condizioni di mercato valide, come i centri storici delle grandi città o i distretti industriali, l’FttCab, per le caratteristiche di flessibilità e di costi, e per la velocità di realizzazione nella maggior parte del Paese”.

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