NEW SECURITY

Cloud, sensori, mobile: ecco i poliziotti digitali

Cooperazione, velocità di intervento e comunicazioni garantire: le tecnologie cambiano la vita di operatori e cittadini, in nome dell’efficienza e della prevenzione

Pubblicato il 05 Lug 2014

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Cooperazione, velocità d’intervento e comunicazioni garantite. Sono queste le nuove esigenze degli operatori di pubblica sicurezza. Il comune denominatore? La tecnologia, naturalmente: il tessuto urbano si presidia attraverso il cloud computing, i mobile device, i sensori, le videocamere intelligenti, ma soprattutto tramite control room capaci di integrare tutte le informazioni e renderle disponibili alle diverse forze dell’ordine. Nell’ottica di raccogliere più dati possibile, per prevenire il crimine oltre che intervenire tempestivamente, diventa sempre più strategico il coinvolgimento dei cittadini. È questa la sfida forse più interessante che player come Selex ES e Telecom Italia devono affrontare nell’aiutare la PA a gestire il territorio.

La principale missione di Selex ES è fornire soluzioni sul lato security & resilience delle reti di comunicazione. “Ci stiamo occupando di integrazione di big e open data, ma anche di connessioni broadband protette”, spiega Giorgio Mosca, vice president, Smart cities sales & marketing, Security and Smart systems division, della società di Finmeccanica. “Il riferimento rimane la rete Tetra, che stiamo implementando attraverso il progetto Perseus, con cui siamo in grado di integrare network eterogenei. I vari corpi delle forze dell’ordine non solo possono comunicare in totale sicurezza, ma possono condividere servizi, messaggistica e device all’interno di gruppi su reti protette e commerciali”.

Telecom sta invece promuovendo da qualche anno la sua Nuvola IT Urban security, e le polizie municipali di Roma e Milano sono tra quelle che meglio la stanno mettendo a frutto. “Si ha bisogno di analizzare dati nel modo più capillare possibile, facendo fronte alla diffusione di dispositivi come smartphone, sensori, black box, la cui numerosità cresce esponenzialmente”, dice Antonella Caruso, che si occupa di marketing nella divisione Business industry solutions del gruppo. “Altre due fondamentali esigenze della PA sono il contenimento dei costi e la sicurezza delle informazioni. Le soluzioni cloud, oltre a questi due aspetti, garantiscono anche scalabilità, semplicità d’uso, flessibilità ed efficienza nell’aggiornamento”. A Milano il progetto Ambrogio rappresenta un’evoluzione della piattaforma Wireless Patrol, un sistema la cui sperimentazione (finalizzata alla digitalizzazione delle contravvenzioni stradali) era cominciata nel 2008. “L’estensione dello stesso concetto oggi dà la possibilità di raccogliere segnalazioni sul territorio, mapparle e dare seguito a situazioni di degrado con attività ad hoc, anche in base alle segnalazioni dei cittadini”, spiega Caruso. In questo senso a Roma è in corso un test per valutare la possibilità di rendere disponibile ai privati una app specifica. “I riscontri sono positivi, ma all’aumentare dei dati vanno adeguate le piattaforme. Il progetto ha in effetti tra i suoi obiettivi pure quello di verificare le implicazioni sul piano storage”.

Anche Selex ES ha imboccato una strada simile. “Ci sono allo studio totem interattivi, app, e altre soluzioni che forniscono proposte per far sentire i cittadini più sicuri e allo stesso tempo partecipi”, dice Mosca. “Grazie a questi strumenti, un pedone può per esempio chiedere e ottenere in tempo reale attenzione da parte delle forze dell’ordine, che possono modificare l’illuminazione urbana in una determinata zona o seguire con le telecamere un determinato percorso. Sono opportunità che vanno vagliate anche facendo giurisprudenza in termini di rispetto della privacy. Ma i risultati sono incoraggianti”. Allo stato attuale, però, sembra siano le periferiche intelligenti la risposta più efficace e più immediatamente sfruttabile in maniera estesa. “Le installazioni pilota di Torino, Varese e Roma integrano attraverso wi-fi e bluetooth sistemi di illuminazione, videosorveglianza e microfoni”, continua Mosca. “Possiamo identificare fenomeni anomali attraverso rumori (vetri rotti, spari o grida) o con algoritmi automatici che segnalano affollamento o altre situazioni potenzialmente pericolose alle forze dell’ordine”.

Non dimentichiamo infine che per sicurezza si intende pure quella della salute, e perché no, la prevenzione dello stress da imbottigliamento: Telecom ha presentato al Forum PA un’ulteriore aggiornamento del proprio sistema di controllo ambientale “che riguarda il monitoraggio della viabilità e dei parcheggi attraverso telecamere intelligenti, con riscontri per la cittadinanza in in real time. Il risultato finale? Si abbattono gli agenti inquinanti e si fluidifica il traffico”, chiosa Caruso.

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