STRATEGIE

Colao rilancia: “Per Vodafone possibili acquisizioni”

Il ceo disegna lo scenario dopo la cessione di Verizon Wireless: “Cercheremo partnership o investimenti diretti”. E sui 2/3 del cash che sarà distribuito in dividendi dice: “Garantiremo un ritorno del 71% agli azionisti”. Riflettori puntati anche sull’esenzione fiscale di cui il gruppo gode in Uk: “Agiamo nel rispetto delle leggi”

Pubblicato il 03 Set 2013

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Vodafone non esclude acquisizioni con i 130 miliardi che incasserà dalla cessione di Verizon Wireless. Lo ha detto il ceo di Vodafone, Vittorio Colao, intervistato dalla Cnbc. “In alcuni casi – ha spiegato il manager – cercheremo delle partnership, in altri investiremo direttamente, in altri ancora sonderemo nuove opportunità”. Circa le speculazioni che vorrebbero il gruppo britannico nel mirino di AT&T il ceo taglia corto: “Siamo una grande compagnia, abbiamo una strategia molto chiara che ci permetterà di dare buoni guadagni agli azionisti. Vodafone sta per scrivere il terzo capitolo della sua storia”.

Sul tema dei dividendi – il 70% del cash verrà distribuiti agli azionisti – Colao ha ricordato che “stiamo parlando di un accordo di dimensioni enormi. Somme, che ci permettono di garantire un ritorno del 71% agli azionisti”. Il restante 21% sarà invece destinato a investimenti interni che puntano a rafforzare la compagnia e ad accelerare sull’implementazione delle strategie. “In confronto, la percentuale può sembrare bassa, ma ci consentirà di avere un grande futuro”, ha chiarito.

Il ceo affronta anche il delicato tema delle tasse: Vodafone potrebbe non pagare un centesimo al fisco britannico sull’incasso del deal con Verizon. “Rispettiamo e ci atteniamo alle leggi e alle regole tributarie delle diverse giurisdizioni in cui operiamo – ha detto – Paghiamo le tasse negli Stati Uniti perché lì abbiamo responsabilità fiscale. Nei Paesi Bassi, invece, siamo esenti fiscalmente. Lo stesso, sarebbe accaduto se avessimo chiuso l’operazione in Gran Bretagna. La cosa importante, appunto, è che 54 miliardi di sterline verranno restituiti agli azionisti”.

Il gruppo britannico sarebbe infatti esente perché l’operazione è stata portata avanti da Vodafone attraverso la sua unità olandese e, in questo senso, nulla deve al fisco britannico.

Inoltre Vodafone ha la possibilità di sfruttare due circostanze favorevoli. La prima riguarda il fatto che sta vendendo quote di una società di diritto statunitense: scatola nella quale c’è il 45% di Verizon Wireless e un certo numero di attività europee di Verizon Communications (compresa una quota di Vodafone Italia). Proprio gli asset targati Ue saranno a loro volta girati dal gigante americano alla stessa Vodafone, riducendo al minimo il carico fiscale. In secondo luogo la legislazione britannica concede di esentare le plusvalenze realizzate con la cessione di partecipazioni estere. In sostanza l’azienda di Colao potrebbe non pagare un centesimo di tasse sia perché l’asset in vendita è americano sia perché il fisco di sua Maestà è generoso con chi investe e guadagna oltre confine.

Uno scenario che ha fatto infuriare i partito laburista all’opposizione. La presidente della commissione Finanze, Margaret Hodge ha detto: “Siamo davanti a qualcosa di scandaloso e immorale”. Vodafone da tempo è nel mirino delle autorità britanniche. Sfruttando il credito d’imposta concesso per gli investimenti nella banda larga e nelle infrastrutture, negli ultimi dodici anni avrebbe pagato soltanto 24 milioni di sterline a fronte del miliardo dovuto. Ha in atto un contenzioso in India (da 2,2 miliardi di dollari).

Secondo gli analisti, invece, analisti Vodafone dovrà comunque al fisco americano circa 3,2 milioni di euro, legati agli ammortamenti per l’acquisto nel 1999 di AirTouch da parte di Bell Atlantic, dalle cui ceneri è nata Verizon.

Vodafone, ricordano oggi da Equita Sim ha illustrato i termini dell’accordo con Verizon relativamente alla cessione di Verizon Wireless, valutata 130 mld usd. Vodafone destinerà 84 miliardi a dividendi. “Dopo il pagamento di un così’ cospicuo dividendo, calcoliamo in circa 30 miliradi le risorse disponibili a Vodafone per acquisizioni. Si tratta di un importo molto elevato e capace di sostenere le aspettative di ulteriore consolidamento nel settore che resta un catalyst di breve anche per Telecom Italia“, precisano gli analisti.

“Comunque Vodafone ha privilegiato la politica di dividendi conservando le risorse necessarie per acquisizioni relativamente ‘chirurgiche’ e non a pioggia. Ritornando 2/3 del cash in agli azionisti il management indica che esistono opportunita’ relativamente limitate di extra rendimento nell’industria. Nell’ambito del deal il 23% di Vodafone Italia è stato valutato 2,65 mld o circa 6 volte l’Ebitda”, concludono gli esperti.

Come parte della transazione Vodafone-Verizon, Vodafone acquisterà il 23% di Vodafone Italia in mano a Verizon per 3,5 miliardi usd – 11,7 miliradi la valutazione implicita per il 100% – e prendera’ pieno controllo dell’asset”, sottolinea Kepler Cheuvrex, che ricorda come Vodafone Italia abbia 29,1 milioni di clienti mobile (Tim 31,7 mln) e 1,7 mln di utenti di broadband fisso, con una quota di mercato dei ricavi da servizi del 35% (Kepler Cheuvreux ipotizza un 34% per Tim).

“Stimiamo che il multiplo della transazione sia 4,8 volte l’Ev/Ebitda 2013, rispetto alle 3,5-4 volte che il mercato sta attualmente attribuendo a Tim Italia”, che pesa per circa il 25% dei 33 mld euro “implicitamente attribuiti al business domestico di Telecom; ad ogni modo, non è stato fornito il dato dettagliato dell’Ebitda del fisso e del mobile”, affermano gli analisti.

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