Conservazione dei dati. La Germania sfida la Ue

Dichiarata incostituzionale la legge antiterrorismo del 2008, in linea con una direttiva europea, che obbliga ad archiviare per sei mesi i dati relativi a comunicazioni telefoniche e telematiche. Le informazioni salvate finora “vanno cancellate subito”

Pubblicato il 03 Mar 2010

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La Corte costituzionale tedesca ha considerato ieri illegittima una
legge del 2008 che impone alle società di telefonia di salvare per
sei mesi le informazioni sulle telefonate in Germania: il tribunale
ha chiesto di cancellare tutti i dati finora immagazzinati e ha
consigliato al governo di mettere a punto nuove norme che
rispettino la privacy e rendano trasparente l’uso di dati che
nella legge del 2008 riguardavano anche i messaggi di posta
elettronica, le sessioni di connessione a Internet e gli sms, come
riportato da Il Sole 24 Ore.

La legge approvata dal precedente governo
democristiano-socialdemocratico aveva come obiettivo di garantire
alla polizia le informazioni necessarie per combattere il
terrorismo, in linea con una direttiva europea. La misura ha finora
imposto alle aziende di telefonia di memorizzare data, ora e numeri
di telefono, ma non il contenuto della conversazione.

Secondo la Corte, tuttavia, il provvedimento non rifletteva il
giusto equilibrio tra il desiderio di garantire la sicurezza e
l’impegno a proteggere la privacy in un Paese in cui – memore
del periodo nazista – la paura dello stato di polizia rimane
radicata. Le informazioni salvate finora “vanno cancellate
subito”, ha ingiunto ieri il presidente del tribunale,
Hans-Jurgen Papier.

La decisione della Corte è scattata dopo che a Karlsruhe sono
arrivati circa 35mila ricorsi, un record nella vita del tribunale
costituzionale. La sentenza è stata accolta positivamente dai
liberali dell’Fdp, partner di minoranza del nuovo governo del
cancelliere Angela Merkel. “Il salvataggio di dati telematici a
tappeto deve rispettare alla lettera la Costituzione per essere
accettabile”, ha detto il ministro della Giustizia, la liberale
Sabine Leutheusser-Schnarrenberger.

La Corte tuttavia non ha vietato di per sé all’esecutivo di
imporre alle società la raccolta di informazioni relative alle
conversazioni telefoniche: l’indicazione è di trovare una nuova
norma che sappia affrontare meglio la delicata e complessa
questione della moltiplicazione dei dati digitali, che rende
necessario esercitare forme di controllo, rispettando al contempo
il diritto alla riservatezza.

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