Consiglieri Telecom, la proposta di Asati

Lettera dei piccoli azionisti a Vivendi e investitori istituzionali: uscita dal cda di membri eletti su presentazione di azionisti non più presenti e due soli rappresentanti del nuovo socio di riferimento

Pubblicato il 27 Nov 2015

Lettera aperta di Asati agli investitori istituzionali di Telecom Italia e all’azionista Vivendi sull’assemblea del 15 dicembre. L’obiettivo è “anticipare quella che sarà, nella sostanza, la nostra proposta al fine di sensibilizzare soprattutto i fondi” che adotteranno l’indicazione di voto prima ancora di assistere al dibattito assembleare.

Vivendi – chiarisce l’associazione – ha richiesto di entrare con 4 membri nel Cda di Telecom per “contribuire in modo fisiologico e costruttivo alla migliore gestione della società nell’interesse di tutti gli azionisti”, nonché per “adeguare la rappresentanza in seno al Cda al mutato azionariato della società”, avendo in mente un investimento di “lungo periodo”. Secondo Asati, “la strada maestra sarebbe stata quella dell’uscita dal Cda di membri eletti su presentazione di azionisti non più presenti nella compagine societaria, con preferenza per i membri privi di specifici incarichi operativi, e dell’ingresso di massimo di due rappresentanti del nuovo socio di riferimento, considerato il non ricorso da parte di Telecom Italia al meccanismo di voto per lista”.

La proposta Asati per i 4 posti nel Cda prevede: 2 posti ricoperti dai due candidati, tra i quattro già indicati da Vivendi, che otterranno i maggiori voti in assemblea; 1 posto al candidato che risulterà ottenere più voti tra eventuali candidature provenienti da investitori istituzionali; 1 posto al candidato che risultera’ ottenere piu’ voti tra eventuali candidature provenienti da investitori individuali (piccoli azionisti). Solo in caso di mancanza di candidature alternative a quelle di Vivendi, o qualora le stesse non ottenessero voti, sarebbe posta in votazione direttamente l’elezione dei quattro membri proposti da Vivendi.

Infine, “ci riserviamo, qualora sia approvata la nostra proposta sopra indicata sulla modalità di formazione del “blocco” dei 4 membri, di indicare, in sede di assemblea, il nominativo del nostro candidato. Riteniamo che solo una simile composizione qualitativa dei membri aggiuntivi possa garantire la corretta proporzione tra posizioni nel Cda derivanti da soci di maggioranza e posizione derivanti da soci di minoranza, e cosi’ riallineare la rappresentanza all’attuale compagine societaria”. Riteniamo, quindi, che se le intenzioni di Vivendi sono quelle dichiarate, un’apertura, fin d’ora, degli organi sociali a tutti gli azionisti – passo che, comunque, dovrebbe far parte del suo investimento di lungo periodo – non possa che essere dovuta. Auspichiamo che, questa volta, gli investitori istituzionali riflettano attentamente sul ruolo che hanno all’interno delle societa’ e che le osservazioni fatte nei giorni scorsi, da alcuni di essi, circa l’opportunita’ della mossa di Vivendi, non cadano nel vuoto”.

Infine, all’azionista Vivendi “chiediamo un passo indietro che, tuttavia, rappresenterebbe un notevole e importante passo avanti per una società, come Telecom, che è una public company per il solo fatto che circa il 50% del capitale sottoscritto deriva direttamente o indirettamente (tramite fondi che raccolgono risparmi individuali vedi anche fondi pensione), e da risparmiatori individuali”, conclude Asati.

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