LA SENTENZA

Contributi Agcom: la Cassazione dà ragione alle telco

La pronuncia della Corte dichiara “inammissibile” il ricorso dell’authority, mettendo fine al contenzioso iniziato nel 2010. Telecom, Wind e Fastweb non dovranno versare conguagli per il periodo 2006-2011

Pubblicato il 19 Gen 2017

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Nel contenzioso fra l’Agcom e il trio TelecomWindFastweb sui contributi all’authority la spuntano gli operatori. La sentenza delle Sezioni unite civili della Corte di Cassazione scrive la parola fine a una battaglia iniziata nel 2010, quando l’Autorità garante per le comunicazioni in due delibere aveva chiesto un’integrazione dei versamenti dovuti dalle tre compagnie nel periodo 2006-2010 e nel 2011.

Si tratta di una conferma della sentenza del Consiglio di Stato che aveva già deciso per l’annullamento dei due atti emanati dall’Agcom. Dichiarando “inammissibile” il ricorso promosso dall’Autorità presieduta da Angelo Marcello Cardani, viene così confermata l’illegittimità delle richieste avanzate a Telecom, Wind (ora Wind-Tre) e Fastweb.

Le tre compagnie si erano appellate al fatto che l’Agcom avesse ricompreso tra i costi del contributo dovuto tutte le attività svolte nel mercato delle telecomunicazioni, andando oltre quelle espletate nell’ambito della regolazione ex ante. La pronuncia della Corte di Cassazione, che ha condannato l’Agcom a rimborsare con 10mila euro le spese dei controricorrenti, conferma così i principi stabiliti prima delle due delibere per gli anni oggetto della sentenza.

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