IL FUTURO DELLE TELCO

Crisi Tlc: Butti: “Lavoriamo con l’Europa”. I sindacati in pressing su Meloni

Consolidamento del mercato, gestione delle frequenze e del roaming, numero unico europeo. Molti i dossier aperti. Il sottosegretario: “Proseguono i lavori del tavolo costituito presso il Dipartimento della trasformazione digitale”. Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil chiedono un incontro urgente sul caso Tim

Pubblicato il 25 Gen 2024

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Consolidamento del mercato, gestione delle frequenze e del roaming, numero unico europeo: molti i dossier sul tavolo europeo e nazionale in materia di telecomunicazioni. E in Italia la crisi del comparto è sotto l’occhio vigile del Dipartimento per la trasformazione digitale. “Prosegue il lavoro del tavolo che ormai è perennemente costituito presso il Dipartimento – evidenzia il Sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti. – Il tavolo ci ha già consentito di raccogliere informazioni da tutte le telco italiane e da tutti gli operatori che abbiamo tradotto nella strategia per la banda ultra larga e che abbiamo portato a livello europeo”.

L’evoluzione tecnologica e gli impatti sulle Tlc

“Questo governo – aggiunge Butti – è stato il primo a parlarne in sede europea. Dobbiamo cogliere l’opportunità che ci viene offerta dall’Europa e dobbiamo contribuire con idee precise al futuro delle telecomunicazioni, ricordando che l’evoluzione tecnologica in corso non consente a nessuno di dormire sonni tranquilli, tantomeno alle telco, quindi tutti quanti dobbiamo essere vispi e reattivi”.

Il dossier Tim e il pressing dei sindacati

I sindacati non mollano la presa sul dossier Tim ossia sugli effetti della vendita di Netco a Kkr in termini occupazionali. I segretari generali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil chiedono un incontro urgente con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni (qui la lettera) nonché con i ministri Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso e Marina Calderone. “Nulla è dato sapere, allo stato attuale, circa le garanzie in materia di salvaguardia dei perimetri aziendali ed occupazionali della Tim che rimarrà dopo la cessione della rete e della nuova azienda che gestirà l’infrastruttura”.

Al termine del complesso processo dovrebbe nascere la società della rete, costituita da circa 20.000 dipendenti.  In capo a Tim rimarranno invece, circa 16.000 dipendenti, ricordano i sindacati evidenziando che nell’incontro con il ministro delle imprese e made in Italy Urso del 4 luglio scorso, venne “chiaramente specificato che lo strumento del Golden Power sarebbe stato utilizzato anche per valutare gli impatti occupazionali dell’operazione, arrivando a sostenere come, nel caso della realizzazione della separazione, sarebbe stato materia di blocco da parte del Governo la presentazione di piani industriali che contemplassero ricadute per l’occupazione e per le condizioni generali delle lavoratrici e dei lavoratori interessati”. “Pensiamo che le deliberazioni del Consiglio dei ministri del 17 gennaio rendano a questo punto non più differibile aprire un confronto in tempi rapidissimi”. I sindacati ricordano inoltre che a fine febbraio scadrà l’ammortizzatore sociale legato al contratto di espansione.

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