LE SPINE DELL'LTE

Curcuruto (Ispra): “Emissioni, modifiche in cantiere”

Un aggiornamento della normativa possibile già nel decreto Digitalia. Si lavora a diversi scenari. Nessun innalzamento dei limiti: in vista modifiche alla modalità di misurazione

Pubblicato il 02 Lug 2012

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Presentare in tempo per il decreto Digitalia due o tre scenari possibili per attenuare le criticità della normativa vigente sull’elettromagnetismo, a partire dalla possibile modifica delle modalità di misurazione dei campi elettromagnetici. Questo l’obiettivo del tavolo tecnico voluto dal ministero dello Sviluppo economico, al quale partecipano anche il ministero della Salute, quello dell’Ambiente, l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e la Fub (Fondazione Ugo Bordoni). Ne abbiamo parlato con Salvatore Curcuruto, ricercatore dell’Ispra, responsabile Servizio Agenti Fisici, Dipartimento Stato dell’ambiente e metrologia ambientale, uno dei massimi esperti italiani di elettromagnetismo. “Il nostro scopo è quello di realizzare un documento tecnico, con scenario attuale e scenari alternativi, che poi il legislatore analizzerà per fare le sue scelte secondo scienza e coscienza. Questo possono fare i tecnici, mettere il legislatore nelle condizioni di scegliere”, dice Curcuruto.

Il limite di 6 v/m è un elemento frenante per il co-siting dei siti, degli apparati e delle reti.

La nostra normativa prevede questo limite di 6 v/m, che viene misurato facendo una media su sei minuti. L’approccio che si segue a normativa vigente è che la misurazione avvenga nei sei minuti peggiori dell’emissione di un impianto dal punto di vista ambientale. Questo è il quadro vigente. Parliamo quindi di limiti di 6 v/m in tutti gli ambienti per uso residenziale, nelle relative pertinenze e negli ambienti esterni dove si permane per periodi prolungati, dove per periodi prolungati si intende più di quattro ore.

Una delle proposte degli operatori è modificare le modalità di misurazione. Cosa ne pensa?

Il ministero dell’Ambiente partecipa al tavolo del Mise per dare un contributo sulle possibili criticità legate all’attuale normativa sulle emissioni elettromagnetiche. Il contributo richiesto al ministero dell’Ambiente è quello di disegnare delle possibili alternative all’aggiornamento della normativa vigente. Il ministero dell’Ambiente, a valle di questa richiesta del Mise, ha chiesto a noi di Ispra di avviare una riflessione di ampio respiro sulla normativa vigente: capire che margini ci sono per modificare la normativa, aggiornarla alla luce di un’esperienza che ormai è quasi di 15 anni. La legge quadro sull’elettromegnetismo è del 2001, figlia di un decreto del ’98. In base a questa richiesta che ci ha inoltrato il ministero noi abbiamo attivato un gruppo di lavoro tecnico e ristretto, che sta analizzando tutta la normativa vigente e gli spazi di possibile intervento di modifica.

Avete messo a fuoco eventuali spazi di intervento?

Per ora ci siamo incontrati soltanto una volta e poi un’altra volta abbiamo cominciato a ragionare. Al tavolo partecipano alcune Agenzie regionali per l’ambiente (Arpa), insieme ai rappresentanti del ministero della Salute e della Fub in rappresentanza del Mise. È emerso dai dati del Mise quali sono le criticità cui vanno incontro i gestori con gli attuali limiti normativi. Dal nostro punto di vista riteniamo che bisogna valutare non soltanto una esigenza espressa dai gestori, ma anche la problematica nella sua interezza. Cosa comporta cambiare la norma dal punto di vista comunicazionale e anche sanitario, ovviamente. Anche la Salute deve dire la sua. Quindi abbiamo deciso di approfondire a questo tavolo tecnico tutti i vari aspetti. L’aspetto tecnologico dei gestori con l’attuale normativa, e come potrebbero essere attenuate queste difficoltà in funzione delle modifiche che si potrebbero prospettare. Studiando due o tre modifiche alla normativa vigente queste criticità potrebbero ridursi.

Quando potrebbero vedere la luce le modifiche?

L’idea del ministero dello Sviluppo è di inserire le modifiche della normativa sull’elettrosmog nel Digitalia, che in un primo tempo era previsto entro giugno. Se si allungano i tempi di varo del decreto, per il lavoro complesso che vogliamo fare noi, è positivo. Abbiamo fissato una scaletta di incontri molto ravvicinati, per lavorare in tempi stretti. La materia è complessa e sensibile, un tema caldo in Italia. In passato abbiamo affrontato diversi scontri sociali su questo tema, con tensioni fra amministratori locali, cittadini, fiducia nelle istituzioni.

In conclusione: i ripetitori sono pericolosi per la salute?

In base alle attuali conoscenze scientifiche, l’Organizzazione mondiale della sanità ha emesso un warning sull’uso prolungato dei cellulari. Per periodo prolungato si intende un uso di diverse ore al giorno e per molti anni. E questo accade con le persone che usano il telefonino per lavoro. Al contrario, per quanto riguarda tutti gli altri tipi di esposizione non è emersa assolutamente nessuna indicazione.

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