CRONOLOGIA

Da Sip a Telecom Italia, ecco la storia della compagnia

Quattro cambi di proprietà in 14 anni. Fino all’arrivo della spagnola Telefonica

Pubblicato il 24 Set 2013

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Addio vecchia Sip. L’ultima chiamata per Telecom Italia è arrivata dalla Spagna e a farla è Telefonica. Di seguito, in pillole, la storia del gruppo che, negli ultimi 14 anni, è passata di mano quattro volte.
La prima ha visto il cosiddetto “nocciolo duro” lasciare posto a Colaninno e soci, la seconda ha visto questi ultimi cedere il passo a Tronchetti, la terza l’arrivo delle banche con Telefonica e ora, infine, gli spagnoli al timone.

Nel Ventennio, nel 1925, nacque la Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda (Stipel). Dopo 40 anni – nel 1964 – venne unita alle altre quattro società telefoniche attive nelle diverse zone della Penisola sotto il nome di Sip, Società italiana per l’esercizio telefonico. Telecom Italia nacque nel 1994 con la fusione di Sip con Iritel, Telespazio, Italcable e Sirm. Un anno dopo con una scissione parziale vide la luce Tim, la divisione di telefonia mobile.
Nel 1997 col progetto Supersip la finanziaria Stet e Telecom Italia vennero a loro volta fuse. E con Guido Rossi alla presidenza la società venne privatizzata con la vendita del 35,26% del capitale e la quasi totale uscita del ministero del Tesoro dall’azionariato. Si formò un ‘nocciolo duro’ con capofila gli Agnelli che riunì solo il 6,62% delle azioni.
Franco Bernabè arrivò nel 1998 come amministratore delegato.

Un anno dopo, nel 1999 Olivetti attraverso la Tecnost di Roberto Colaninno lanciò un’Opa e arrivò a controllare la società con una quota del 51%. Tecnost venne poi fusa con Olivetti e alla fine fu Bell, società con sede nel Lussemburgo a capo della catena di controllo col 22% di Olivetti. Nel 2001 Colaninno, Emilio Gnutti e i loro soci passarono la mano. Marco Tronchetti Provera e i Benetton rilevarono la quota di Olivetti detenuta da Bell. Telecom era a quel punto controllata Olimpia, partecipata da Pirelli, Edizione Holding dei Benetton, Banca Intesa e Unicredit, cui in seguito si aggiunse Hopa, la finanziaria di Gnutti.

Per accorciare la catena di controllo nel 2003 la controllante Olivetti venne fusa con Telecom Italia, poi nel 2005 quest’ultima lanciò l’Opa su Tim. Mediobanca, Generali, Intesa Sanpaolo, Sintonia (Benetton) e Telefonica rilevarono la quota di Pirelli in Olimpia creando una nuova società Telco. L’italianità, minacciata dalle offerte di At&T e di America Movil di Carlos Slim fu salva. Ma per poco.

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