Le telco non sono più soltanto fornitori di infrastrutture e connettività, ma si trovano al centro di una profonda metamorfosi industriale, in cui erogano servizi in linea con le richieste dei clienti aziendali e consumer. E, mentre si continua a investire in 5G e fibra, le telco si aprono alle nuove tecnologie, prima tra tutte l’AI. È quanto è emerso nella tavola rotonda “Dall’infrastruttura al valore: come le Telco stanno cambiando pelle” all’interno dell’evento Telco per l’Italia.
Indice degli argomenti
Tim, Labriola: “La questione telco è di sistema-paese. Meno regole più eque”
Le telco hanno bisogno non di un semplice cambiamento, ma di una trasformazione, ha sottolineato Pietro Labriola, Amministratore Delegato del Gruppo Tim. “Oggi ci vuole la trasformazione, lo dico anche nel mio instant book La connessione che manca, che è diventato anche un podcast, perché è uno degli strumenti più usati dai giovani. L’obiettivo è portare fuori dai confini degli addetti ai lavori un confronto necessario su reti, infrastrutture digitali e sviluppo del Paese”.
Labriola ha chiarito che il problema strutturale delle telco non deve rimanere una discussione interna al settore, perché “senza telco si blocca il paese. I giovani si devono rendere conto che senza rete si ferma il mondo digitale, la connessione non è scontata. Dobbiamo parlare a tutta la popolazione”.
Ma ovviamente serve anche coinvolgere le istituzioni e i decisori, e occorre farlo “con i numeri, ricordando quanti italiani usano le reti per la loro vita quotidiana e quante imprese usano le infrastrutture per le loro attività, quante tasse paghiamo, quanti lavoratori impieghiamo”, ha proseguito Labriola. “Questo è un discorso che facciamo ai regolatori, non chiediamo carità, ma regole eque e uguali per tutti e anche meno regole per tutti, perché oggi c’è un grande squilibrio nel settore”.
Labriola è intervenuto anche sull’ingresso di Poste Italiane nel capitale di Tim ricordando che le sinergie ammontano ad almeno 1 miliardo di euro e che il titolo di Tim è cresciuto dopo questa operazione, segno che “il mercato sta dando un giudizio positivo”. L’azionista crede nella solidità di Tim e nel suo piano industriale.
Inoltre, in uno scenario internazionale in cui, anche per ragioni geopolitiche, il cloud sovrano è sempre più importante, “Poste dà a Tim italianità e sovranità nazionale e ci pone ancora più come interlocutore affidabile nel mondo enterprise”, ha concluso Labrioa.
WindTre, Hanssen: “5G standalone la priorità. La strategia è multiservizio”
WindTre è stata tra i primi operatori a investire nel 5G in Italia e Benoit Hanssen, Co-Ceo, WindTre, ha ribadito che “Per noi il 5G è fondamentale. Oggi la copertura è quasi nazionale, intorno al 96-97%, e la nostra rete ad alta capacità raggiunge il 70-75% della popolazione. Continueremo a investire per coprire tutta Italia”.
Il contesto non è favorevole agli investimenti, ha chiarito Hanssen, ma WindTre non si ferma, la copertura è un aspetto importante. Lo sono altrettanto i servizi e WindTre è pronta a lanciare a luglio i primi servizi “veramente 5G” in Italia, dopo i test con alcuni clienti.
“Il vero 5G è quello delle Virtual private network in cui gestiamo i servizi in maniera dedicata per i nostri clienti”, ha evidenziato il co-Ceo di WindTre.
La rete in cui WindTre ha investito rimane il “cuore dell’azienda”, ha proseguito Hanssen. “Ma bisogna sempre capire come servire al meglio i clienti in base ai loro bisogni e per questo abbiamo anche una strategia multiservizi, non offriamo solo connettività, ma cybersicurezza, energia, gas, elettricità, assicurazioni, con un modello diversificato”.
Anche nel B2b WindTre ha diversificato i servizi, investendo in Italia sul cloud, sulla cybersecurity e altre aree ancora “per offrire a clienti B2b un servizio più completo”.
Iliad, Levi: “Sempre focalizzati sull’utente. Puntiamo 3 miliardi sull’AI”
Iliad si trova in una posizione diversa dalle altre telco, partita da zero come operatore digital-first. Oggi conta in Italia 12 milioni di utenti mobili e Ftth, ha ricordato Benedetto Levi, Amministratore delegato, di Iliad Italia.
“Il mondo è molto cambiato in questi anni, sia nelle abitudini dei consumatori che nelle tecnologie, oggi ci sono il 5G standalone e l’AI. Noi continuiamo a investire per innovare, ma tenendo il focus sui nostri utenti”, ha affermato Levi. “Non diversificheremo su altri servizi e mercati, ma restiamo concentrati sul core business investendo in reti 5G e Ftth“.
Ma nel dna di Iliad ci sono anche gli investimenti in tecnologia e questo oggi vuol dire AI, per la quale l’azienda ha stanziato più di 3 miliardi di euro, suddivisi tra data center (2,5 miliardi), potenza di calcolo e attività di R&S in modalità “open source e open science”.
Quanto alla trasformazione epocale delle Telco in TechCo, sicuramente occorre “definire un nuovo modello tecnologico per il settore”, ha detto Levi, “ma il lavoro è anche culturale: dobbiamo verificare le nostre competenze interne, assumere quelle che ci mancano, diventare agili nel prendere le decisioni e diventare capaci di adattarci a un mondo in continua e veloce evoluzione. Sarà fondamentale anche il ruolo delle istituzioni italiane ed europee: le politiche dovranno essere più ambiziose che in passato”.
Fastweb +Vodafone, Renna: “Riconoscere il valore sistemico delle telecomunicazioni”
Walter Renna, AD di Fastweb +Vodafone, che ha partecipato in video intervista, è intervenuto su quello che ha definito “il paradosso delle telco”. Oggi la connettività è diventata un bisogno primario come l’acqua e la connettività è il fondamento invisibile dell’innovazione: tutto si basa su infrastrutture di telecomunicazione robuste e affidabili. Eppure il settore è in preda a una crisi strutturale. In Italia il settore ha visto i suoi ricavi scendere del 35% in dieci anni, -50% sul mobile. Al tempo stesso crescono i costi (energia, inflazione) e il traffico dati, che raddoppia ogni tre anni, e questo significa tanti investimenti.
In sintesi il settore è strategico, ma non più sostenibile e per questo “serve un cambio di passo, una visione industriale coerente che riconosca il valore sistemico delle telecomunicazioni”.
E serve il consolidamento: l’integrazione Fastweb+Vodafone è un primo passo ma non basta. “Solo il consolidamento e le economie di scala ci permettono di affrontare i grandi investimenti richiesti dalle nuove infrastrutture digitali”, ha affermato Renna.
Molto dipende anche dalle scelte strategiche delle singole aziende e “noi di Fastweb+Vodafone abbiamo una rotta chiara: evolvere da operatore tradizionale di connettività a piattaforma tecnologica integrata, una TechCo”, ha proseguito Renna. “Le infrastrutture restano il core (fibra, 5G, edge) ma sopra queste costruiamo un nuovo strato di valore, dei servizi digitali evoluti: cybersecurity, cloud sovrano e AI per imprese e PA, soluzioni complete e sicure che accompagnano nella trasformazione digitale. L’AI è il motore silenzioso di questa trasformazione“, la integriamo sia nei servizi interni (reti, Operations, servizio clienti) sia nelle offerte commerciali, con soluzioni AI as a service per sanità finanza manifattura e PA”.
Renna ha sottolineato anche il valore dell’autonomia tecnologica per l’Italia e l’Europa come “questione non solo di competitività, ma di sicurezza e resilienza nazionale”, e affermato che “questi stessi principi dovrebbero guidare gli stakeholder nelle scelte su investimenti in infrastrutture, frequenze, regolamentazione e procurement pubblico”.
Renna ha concluso: “La nostra trasformazione da Telco a TechCo è reale e in corso, abilita investimenti concreti in persone, tecnologie e piattaforme. Ma per renderlo scalabile e sostenibile aziende, industria e istituzioni devono lavorare insieme per creare le condizioni di contesto“.