Organizzato dalla Commissione Europea, l’evento “Digital Action Day 2014” (ec.europa.eu/digital-agenda/en/dad14eu) analizzerà il contributo che l’uso delle tecnologie digitali può dare alle industrie tradizionali: i trasporti, il manifatturiero avanzato, l’energia, l’istruzione e la sanità. Il keynote speech sarà della Vice Presidente Neelie Kroes, seguito da una sessione plenaria, dedicata alla trasformazione digitale in atto nelle industrie europee, e da sei workshop tematici.
Particolarmente interessante il quinto workshop: “L’Europa ha le competenze digitali per avere successo?”. Il bisogno di competenze digitali è infatti in forte crescita.
Lo Science Council stima che in UK la forza lavoro nell’Ict crescerà del 39% entro il 2030 e nella ricerca 2013 (“The future digital skills needs of the UK economy”) 02 calcola che saranno necessari ulteriori 745.000 lavoratori con competenze digitali per riuscire a soddisfare la crescente domanda da parte delle imprese tra il 2013 e il 2017.
Parte da questi dati il report pubblicato da UK Digital Skills Taskforce (“Competenze digitali per il mondo di domani”) che approfondisce il tema delle competenze digitali attraverso il coinvolgimento diretto di centinaia di organizzazioni e la realizzazione di 5.500 interviste a teenagers del Regno Unito (www.ukdigitalskills.com/wp-content/uploads/2014/07/Binder7-REDUCED2.pdf).
Tre gli obiettivi di intervento evidenziati nello studio:
– la formazione dei giovani,
– il coinvolgimento dei cittadini che non sono ancora online,
– lo sviluppo di nuove competenze nelle persone con lavori destinati a scomparire a causa dei cambiamenti indotti dalle tecnologie.
Ma quali sono i livelli di competenza richiesti dal mercato del lavoro e, più in generale, dalle nuove forme di cittadinanza?
Su questo punto il report traccia un interessante mappa di riferimento: dal “Digital citizen” (con competenze di base che gli consentano di utilizzare internet, trovare informazioni, acquistare beni o servizi); al “Digital worker” (con competenze più approfondite legate alla vita lavorativa, come redigere documenti e utilizzare fogli di calcolo) e il “Digital maker” (con competenze specialistiche per costruire la tecnologia digitale).
Nel nostro Paese i dati sono allarmanti: il 34% degli italiani non ha mai usato internet e solo il 56% della popolazione accede a internet regolarmente (contro il 72% della media europea). Nel mondo del lavoro, il 50% dei lavoratori italiani non ha sufficienti competenze digitali e, tra questi, ben il 27% ha competenze digitali nulle. Sul totale dell’occupazione in Italia, la quota di persone con competenze specialistiche in ICT è del 2,4% (ma, su questo punto, non ci discostiamo molto dalla media europea del 2,8%). (Fonte: Digital Agenda Scoreboard, 2014)
Il programma UE 2020 vuole rendere accessibile a tutta la popolazione una Internet ad alta e altissima velocità, favorire la creazione di un mercato unico del digitale, sviluppare nuove competenze e nuovi posti di lavoro attraverso la formazione di lavoratori e studenti. L’evento del 29 settembre rappresenta un momento importante per verificare lo stato di attuazione della strategia, valutare i progressi ottenuti e impostare i prossimi interventi.