IL REPORT

Digital Scoreboard: Italia indietro sul broadband? “Ni”

Digital Scoreboard: al 2013 il nostro Paese sarebbe totalmente sguarnito di offerte a 100 Mbps. Ma le cose non stanno così: Fastweb, Telecom Italia, Wind e Vodafone offrono da tempo connessioni superveloci. Ma l’offerta non basta: più del 30% degli italiani non ha mai utilizzato internet. Pesa la scarsa diffusione di competenze digitali, anche tra gli occupati

Pubblicato il 28 Mag 2014

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La banda larga fissa copre tutta l’Italia ma restano ben pochi gli italiani che utlizzano internet. Si possono riassumere così i risultati dell’edizione 2014 del Digital Scoreboard della Commissione europea, che ha evidenziato come causa primaria la scarsa preparazione digitale dei nostri concittadini.

Secondo i numeri del report, che riporta i dati di fine 2013, la banda larga fissa copre il 99% delle abitazioni in Italia – a fronte di una media Ue del 97% – mentre nelle zone rurali la copertura è dell’88%.

Le reti Ngn, in grado di offrire almeno 30 Mbps in download sono disponibili per il 21% delle abitazioni (62% nell’Ue). Il 68% delle famiglie ha un abbonamento a banda larga, una percentuale inferiore alla media europea del 76%, seppure di 13 punti percentuali in più rispetto a fine 2012. Di queste la quota di connessioni ad almeno 30 Mbps è di molto inferiore alla media Ue: l’1% rispetto al 21% europeo. Secondo il rapporto, languono totalmente le connessioni ultra veloci ad almeno 100 Mbps: sono praticamente assenti nel nostro Paese. Le cose in realtà non stanno così, visto che Fastweb, Telecom Italia e (su rete Metroweb) Wind e Vodafone offrono da tempo connessioni 100 Megabit su fibra (su un totale di circa il 10-15% della popolazione; gli ultimi tre operatori solo a Milano).

Sul lato mobile, le reti 4G (Lte) sono disponibile per il 39% della popolazione, in forte aumento rispetto al 2012 quando la percentuale era del 10%. Il tasso di take- up della banda larga mobile è del 66% , al di sopra della media Ue del 62%. Nel 2014 il dato italiano è salito al 52% circa della popolazione, come riferito nei giorni scorsi da Telecom Italia.

Ma se la copertura fissa c’è e quella mobile è in forte aumento, continua a restare al palo l’utilizzo di internet: solo il 56% degli italiani utilizza internet almeno una volta a settimana, ben al di sotto della media Ue che si attesta al 72%. L’Italia registra i tassi più bassi anche nell’uso quotidiano delle Rete, quelli relativo agli utenti cosiddetti frequenti, con il 54% che naviga ogni giorno a fronte di una media Ue del 62%. Complessivamente ben il 34% degli italiani non ha mai utilizzato internet, una percentuale molto più alta di quella Ue che è del 20%.

Lo scarso utilizzo della Rete fa il paio con i dati relativi alla diffusione delle competenze digitali. Il 60 % degli italiani non ha – o comunque ne ha di bassissimi – skill digitali rispetto al 47% europeo. Le persone svantaggiate, ossia individui di età compresa tra i 55 e 74 anni con un livello basso di istruzione oppure disoccupati o pensionati, in Italia sono molto meno digitalmente preparati rispetto al resto del Continente. Male anche la preparazione tra gli occupati: il 50% ha competenze basse se non addirittura nulle mentre in Europa la percentuale si ferma al 39%.

Complessivamente la Bruxelles rileva che nel nostro Paese la quota di specialisti Ict occupati si attesta al 2,4%, in questo caso quasi in linea con la media Ue del 2,8%.

Interessanti anche i dati sull’e-commerce. Solo il 20% degli italiani ha acquistato online tra il 2012 e il 2013, il che significa che l’adozione del commercio elettronico è ben al di sotto di quanto accade nel resto d’Europa dove si registrano percentuali del 47% . L’Italia è anche il paese dove langue il commercio online transfrontaliero: su questo fronte la percentuale è del 7% (media Ue del 12%).

Dal lato imprese solo il 16% di quelle grandi vende online, una quota più alta del 2012 ma significativamente inferiore rispetto alla media Ue (35%) . E l’e-commerce non sfonda nemmeno tra le Pmi. Qui la quota di quelle attive si ferma al 5% rispetto al 15% Ue.

Aumenta, anche se siamo ancora lontani dalla media Ue, l’uso di servizi di e-gov: dal 2012 al 2013 è aumentato del 19% il numero di italiani che li utilizza, un aumento che porta la quota al 21%. La media Ue è, però, molto più alta (41%). Entrando nel dettaglio il 10% dei cittadini ha inviato online moduli compilati (era l’8% nel 2012).

Eppure l’offerta si servizi c’è. Lo User-centric eGovernment Indicator – indicatore utilizzato per la prima volta nel report di quest’anno – è di 75 punti ben superiore a quello Ue che di 70 punti. Bene anche l’indicatore sulla trasparenza a 49 punti in linea col resto d’Europa.

Infine, ma non meno importante, l’e-health. Il 39% degli ospedali italiani ha una connessione a banda larga (a più di 50Mbps) ben al di sopra della media Ue del 36% . Il 56% degli ospedali scambia online informazioni cliniche con operatori sanitari esterni o medici specialisti, poco sopra la media Ue del 55%. Per i medici di medicina generale, il tasso è del 31% , superiore alla media Ue del 28%. Il 27 % delle strutture sanitarie consente ai pazienti di accedere via web alle loro cartelle cliniche. Qui si può dire che l’Italia fa la parte del leone dato che in Europa la quota di ospedali che lo consente è del 9%.

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