IL PROGETTO

Emilia Romagna, il broadband arriva nelle aree rurali

Progetto esecutivo a firma di Lepida: entro il 2013 si punta a cablare 13 tratte per 180,54 km

Pubblicato il 28 Nov 2012

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La banda larga arriverà nelle aree rurali dell’Emilia Romagna entro il 2013. È partita da poco la gara europea per assegnare i lavori di realizzazione della rete che raggiungerà le zone definite “disagiate”. Il progetto si chiama appunto “Banda larga per le aree rurali d’Italia” ed è voluto dalla Regione Emilia Romagna (Rer) che, per la sua realizzazione, ha concesso un contributo di 6.456.944 euro (più Iva) a suo carico. Lo scopo è far uscire dall’isolamento 29 aree in zone appenniniche – in provincia di Bologna, Forlì-Cesena, Piacenza, Reggio Emilia, Parma e Modena – prive di infrastrutture per i servizi a banda larga.

La gara per l’assegnazione dei lavori, gestita da IntercentER, si basa sul progetto esecutivo elaborato da Lepida, presentato ad agosto insieme al capitolato tecnico. “La Regione ha deciso di effettuare in proprio questo investimento e, invece del ministero per lo Sviluppo economico, ha scelto noi come soggetto attuatore” spiega Gianluca Mazzini, direttore generale di Lepida, braccio operativo della Regione per pianificazione, sviluppo e gestione delle infrastrutture di Tlc degli enti collegati alla rete Lepida. “Abbiamo svolto un’indagine territoriale su tutte le aree bianche, quelle a fallimento di mercato dove gli operatori non vogliono andare – continua il dirigente – e abbiamo verificato quanto erano distanti o vicine alla rete Lepida, in modo da poter fornire banda agli operatori. Uno dei problemi, in casi del genere, è che non si sa mai se poi l’operatore accenderà il servizio. Ma in questo caso la questione non si pone perché abbiamo già stretto accordi con una decina di operatori wireless locali”.

Dopo aver identificato le tratte che saranno oggetto di intervento, Lepida si è occupata della progettazione esecutiva. Quindi è stata bandita la gara europea per la posa delle fibre ottiche. Per partecipare c’è tempo fino a fine mese e le buste saranno aperte il 4 dicembre.
“Già qualche mese fa – puntualizza Mazzini – avevamo lanciato una prima manifestazione d’interesse per individuare le infrastrutture esistenti sul territorio (per esempio tubi su cui posare la fibra ottica) che potevano essere messe a disposizione dai Comuni o dagli operatori di telefonia. I Comuni le hanno concesse gratuitamente, Telecom Italia ha ceduto i diritti di posa per 15 anni attraverso un contratto di Iru, una sorta di affitto”.
Il progetto, inserito all’interno del Fondo europeo per lo sviluppo rurale, si compone di 13 tratte, per un totale di 180,54 km per il raggiungimento di 29 aree prive di infrastrutture per i servizi a banda larga in zone dell’Appennino. “La scadenza è per la fine del 2013, tempistica che impone la Ue” dice Mazzini, ipotizzando che i lavori si concentreranno in primavera ed estate, per poi concludersi in autunno quando sono previste le prime accensioni. La realizzazione dell’opera consentirà anche di predisporre i Pal (punti di accesso) presso i municipi dei Comuni che si trovano sul tracciato delle 13 tratte e costruire così 14 nuovi Pal in fibra ottica. “L’intervento – conclude il direttore generale – ha infatti una duplice valenza: permette di portare nell’area banda larga per gli operatori ma anche di portarla a tutti i Comuni, un significativo esempio di collaborazione pubblico-privato”.

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