ERICSSON MOBILITY REPORT

Ericsson: video dominus della rete, produrranno un boom di dati

Mobility Report: entro il 2019 la componente audiovisiva peserà per il 50% del traffico dati. Le reti Lte copriranno l’80% della popolazione europea. Ammaturo head of marketing regione mediterranea: “Operatori e telco dovranno adeguare le infrastrutture per adeguarsi alla domanda”. Dispositivi M2M destinati a quadruplicare

Pubblicato il 04 Giu 2014

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In Europa nel 2019 le reti LTE copriranno l’80% della popolazione, e saranno utilizzate dal 30% dei possessori di una linea telefonica mobile. La percentuale sale al 50%, se si considerano le sole sottoscrizioni dell’area Western Europe. Un balzo clamoroso, visto che nel 2013 la copertura si fermava al 25% del territorio. Ma l’impetuoso sviluppo del 4G va di pari passo con l’aumento esponenziale dei dati a cui le reti dovranno far fronte: sempre nel Vecchio continente, il traffico generato dagli smartphone crescerà di sette volte, per la combinazione del raddoppio del numero di sottoscrizioni per handset evoluti in circolazione (dai 395 milioni del 2013 ai 765 milioni del 2019) con la proliferazione delle informazioni – i video faranno la parte del leone – che i dispositivi invieranno e riceveranno. Se oggi ogni device trasferisce in media circa 800 Mb, nel 2019 ne gestirà 2,8 Gb. Il che significa che in Europa ogni mese circoleranno sui network wireless 1,9 Exabyte di dati. Quant’è un Exabyte? Tanto, 1018 bytes.

Sono queste alcune delle previsioni raccolte nella nuova edizione dell‘Ericsson Mobility report, un’indagine che la multinazionale svedese redige ogni sei mesi per delineare i trend nell’ambito delle telecomunicazioni. Il rapporto non prende in considerazione solo l’Europa, ma attingendo alle informazioni raccolte dai network Ericsson installati in tutto il pianeta abbraccia la situazione globale nella sua interezza. A livello mondiale tra cinque anni le reti LTE copriranno il 65% della popolazione (nel 2012 la percentuale non superava il 20%), e se nel Far East l’80% delle utenze mobile sfrutterà a pieno il 3G e il 4G, in Nord America l’85% dei consumatori si connetterà a servizi 4G tout court. Gli smartphone in circolazione sui cinque continenti passeranno dagli attuali due miliardi ai 5,6 miliardi del 2019 (già nel primo trimestre 2014 il 65% dei telefoni venduti è uno smartphone e nel 2016, in termini di numeri assoluti, ci sarà il sorpasso sui device classici), mentre tutti gli altri dispositivi dotati di connessione, dai Pc ai tablet, si muoveranno a una velocità inferiore, raddoppiando dai 350 milioni attuali ai 700 milioni del 2019. Se attualmente il tasso di penetrazione delle sottoscrizioni mobile è a livello globale pari al 93% (con il picco del 144% nell’Europa centrale e dell’Est), a partire dal 2015 ci saranno più schede Sim che persone fisiche in circolazione. Dei 9,2 miliardi di contratti mobile attivi nel 2019, l’80% sarà per servizi broadband, con 2,6 miliardi di sottoscrizioni LTE. E visto che la quantità di dati gestita da ogni smartphone sarà in media simile a quella europea (2,5 Gb al mese, per la precisione), il traffico mondiale di dati salirà a 12 Exabyte.

“Il responsabile è il video”, commenta Alessandra Rosa Ammaturo, head of marketing di Ericsson per la regione mediterranea. “La diffusione sempre più massiccia di smartphone con schermi sempre più grandi e a maggiore risoluzione comporta un conseguente aumento del traffico di dati. Solo per la fruizione dei file audiovisivi, infatti, la mole di informazioni in rete aumenterà di 13 volte da qui al 2019. La componente video peserà per il 50% di tutto il traffico dati, mentre attualmente siamo al 40%”. La seconda voce è quella dei social network che, pur aumentando in valore assoluto, manterrà sul totale del traffico la stessa quota che ha oggi, il 10%. “La crescita del video implica che operatori e telco, nel progettare e installare i network, non potranno più fare affidamento solo sulle performance medie della rete, ma dovranno adottare il punto di vista del singolo utente, garantendo la migliore esperienza multimediale possibile sul device”, continua Ammaturo.

Un altro dato interessante messo in evidenza dal report Ericsson riguarda l’Internet delle cose: il numero di dispositivi M2M (machine to machine) connessi dovrebbe quadruplicare entro il 2019, dai 200 milioni di fine 2013, passando dalla tecnologia Gsm a quelle di terza e quarta generazione a partire dal 2016. Anche questo è un aspetto da tenere in conto nelle strategie di evoluzione dell’hardware, secondo Rima Qureshi, senior vice president e chief strategy officer di Ericsson, che guarda ben oltre l’attuale sistema di cose: “Nel corso del tempo i servizi cellulari M2M e le relative applicazioni, come per esempio i sistemi di trasporto intelligenti, richiederanno una latenza molto inferiore per essere efficienti. Stimiamo che entro il 2019 oltre il 20% dei dispositivi cellulari M2M attivi sarà connesso a sottoscrizioni LTE. Vediamo inoltre nelle nuove applicazioni di tipo device-to-device e M2M uno dei focus chiave delle reti 5G”.

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