Il satellite dell’agenzia spaziale russa Roskosmos era partito dalla base spaziale di Baikonour in Kazakhstan, e doveva essere portato in orbita da un razzo di fabbricazione russa Proton-M, che è però esploso in volo perdendo il suo carico mentre sorvolava la Cina. Il satellite è andato distrutto carbonizzandosi nell’atmosfera. L’Agenzia spaziale russa Roskosmos non ha ancora stabilito l’origine del problema, come ha spiegato il direttore Oleg Ostapenko riferendosi alle notizie per cui a non funzionare sarebbe stato il terzo stadio del razzo, 545 secondi dopo il lancio.
Il satellite avrebbe dovuto assicurare la connessione Internet alle zone remote del paese. Anche lo scorso anno un razzo Proton si era disintegrato poco dopo il lancio, e per questo motivo a ottobre il direttore di Roskosmos Vladimir Popovkin era stato sostituito con Ostapenko, già vice ministro della Difesa. Negli ultimi giorni, le autorità russe avevano rivendicato l’indipendenza del sistema spazio, anticipando che dal 2020 Mosca non avrebbe proseguito la sua cooperazione nella stazione spaziale internazionale.