LA VERTENZA

Esuberi Ericsson, il Pd chiede l’intervento del Mise

I parlamentari scrivono al premier Matteo Renzi: “Serve allargare la trattativa coinvolgendo il ministro dello Sviluppo economico”. Sale l’attesa per l’incontro di domani tra azienda e sindacati: oltre 300 i lavoratori a rischio

Pubblicato il 05 Set 2016

F.Me

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Doppio incontro per i lavoratori genovesi di Ericsson prima con i rappresentanti della Regione Liguria, poi con quelli del Comune di Genova, per gli ultimi, disperati tentativi di fare pressione sul governo e scongiurare il piano di licenziamenti annunciato dall’azienda che prevede 147 esuberi a livello locale e 322 su tutto il territorio nazionale (ma per i sindacati gli esuberi sarebbero 385 perché nel nel computo vanno inseriti anche i 63 dipendenti di Pride, società di consulenza IT).

Domani a Roma ci sarà un incontro tecnico a cui farà seguito, il prossimo 12 settembre, l’ultimo tavolo politico. Dopodiché, Ericsson avrà 120 giorni per inviare le lettere di licenziamento. Poche le speranze dei sindacati di giungere a un risultato soddisfacente, tanto che per il 14 settembre è già stato convocato uno sciopero nazionale.

“Abbiamo chiesto alla Regione Liguria di mettere sul piatto risorse per gli ammortizzatori per tentare di far cambiare idea all’azienda, che fino ad oggi è stata totalmente indisponibile”, dice Fabio Allegretti, segretario Slc-Cgil Genova. Il sindaco Marco Doria e l’assessore comunale allo Sviluppo economico, Emanuele Piazza, ribadiscono la loro solidarietà ai lavoratori e ritengono che “la vertenza, per il suo carattere nazionale, debba vedere pienamente coinvolto il governo”.

Palazzo Tursi chiede all’azienda di “ritirare le procedure di licenziamento avviate”, e sottolinea come la richiesta debba venire anche dall’esecutivo. “Contestualmente, deve aprirsi una discussione sulla strategia e la presenza di Ericsson in Italia, prezioso patrimonio di competenze e saperi del nostro Paese- ricordano Doria e Piazza- e potranno essere valutate misure messe in campo dalle Regioni con impiego di ammortizzatori sociali, tali da favorire la definizione di una strategia di crescita”.

Sulla questione intervengono anche alcuni parlamentari che, sollecitati dal genovese Mario Tullo (Pd), hanno inviato una lettera al premier Matteo Renzi, al sottosegretario Claudio De Vincenti, ai ministri Carlo Calenda e Giuliano Poletti, e al viceministro Teresa Bellanova. I parlamentari ricordano “i finanziamenti pubblici di cui Ericsson ha potuto usufruire” in particolare per i siti di Genova e Pisa e chiedono che il confronto tra esecutivo ed azienda non avvenga solo attraverso il ministero del Lavoro ma “sia allargato al ministero dello Sviluppo economico. Consapevoli degli investimenti e delle opportunità previste per i prossimi anni dal Piano strategico nazionale per la banda ultralarga, un business cui di certo Ericsson vorrà partecipare, vi si chiede di provare fino in fondo a tutelare questi lavoratori”.

Oltre che da Mario Tullo, la lettera è firmata da Paolo Fontanelli, Marco Miccoli, Anna Maria Carloni, Stefano Quaranta, Lorenzo Basso, Roberta Olliaro, Luca Pastorino, Mara Carocci, Maria Chiara Carozza, David Ermini, Federico Gelli, Anna Giacobbe, Vito Vattuone.

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