LA VERTENZA

Esuberi Ericsson, licenziamenti più vicini

Nulla di fatto nell’incontro fra azienda, sindacati e Regioni. Gli enti hanno proposto alla multinazionale “misure di reindustralizzazione” senza successo. Si chiede l’intervento del governo. Ultimo incontro il 12 settembre

Pubblicato il 07 Set 2016

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Ancora una fumata nera all’incontro al ministero del Lavoro sugli esuberi Ericsson che coinvolge 322 lavoratori. La multinazionale ha confermato i tagli, come dichiarano i sindacati.

“È giunto il momento in cui la Presidenza del Consiglio intervenga in maniera decisa mettendo in campo una vera politica industriale degna di questo nome – dice Fabio Allegretti, segretario generale della Slc Cgil di Genova, dove sono previsti 147 tagli – la Slc Cgil – Neppure le svariate e circostanziate proposte delle regioni hanno minimamente scalfito la pervicace volontà di licenziare da parte dell’azienda”.

Il muro contro muro non è solo con i sindacati ma anche con i governatori delle Regioni coinvolte nel piano di ristrutturazione di Ericsson (Lombardia, Liguria, Lazio, Toscana e Comune di Napoli) che avevano chiesto soluzioni di “rendustrializazzione”. Proposte rigettate al mittente dall’azienda.

Ci si avvia così al 12 settembre ultima data utile per trovare una soluzione. Dopodiché, Ericsson avrà 120 giorni per inviare le lettere di licenziamento. Poche le speranze dei sindacati di giungere a un risultato soddisfacente, tanto che per il 14 settembre è già stato convocato uno sciopero nazionale.

Intanto i sindaci di Napoli e Pisa, Luigi De Magistris e Marco Filippeschi, hanno aderito all’invito che il sindaco di Genova, Marco Doria, ha rivolto ai colleghi delle città sede di insediamenti Ericsson (Roma, Napoli, Venezia, Pisa, Assago, Moncalieri e Pagani) per un appello comune al governo affinché sia ritirata la procedura di licenziamento e sia avviato un confronto sulle prospettive dell’azienda in Italia.

“I sindaci delle città sedi di esuberi -hanno dichiarato Doria, De Magistris e Filippeschi in una nota congiunta- ribadendo la propria solidarietà ai dipendenti dei quali viene messo in discussione il posto di lavoro, ritengono che la vertenza per il suo carattere nazionale debba vedere pienamente coinvolto il governo”.

“Nel merito -prosegue la nota dei tre sindaci- la prima richiesta all’azienda è quella di ritirare le procedure di licenziamento avviate”. Secondo Doria, De Magistris e Filippeschi, “tale richiesta, già avanzata dalle amministrazioni locali, deve venire anche dal governo” e “contestualmente deve aprirsi una discussione sulla strategia e la presenza di Ericsson in Italia”.

“Il garantire tale presenza -si sottolinea nella nota- significa difendere un prezioso patrimonio di competenze e saperi del nostro Paese. Potranno inoltre essere valutate -conclude la nota congiunta dei sindaci di Genova, Napoli e Pisa- misure messe in campo dalle Regioni, con impiego di ammortizzatori sociali, tali da favorire la definizione di una strategia di crescita”.

Più dura la posizione dell’assessore allo Sviluppo economico, Edoardo Rixi, che chiede con forza al governo che intenzioni abbia sul futuro del Parco tecnologico di Erzelli, dove è collocata la sede genovese di Ericsson, e non esclude di vincolare i finanziamenti di Regione Liguria all’azienda su progetti di ricerca al mantenimento degli stessi sul territorio regionale, pena il ritiro dei fondi. E sono queste le carte che la Regione Liguria proverà a giocarsi lunedi’ 12 settembre a Roma nell’ultimo incontro al ministero del Lavoro. “Noi abbiamo alcune poste aperte con Ericsson anche sui finanziamenti di progetti, vogliamo chiaramente essere sicuri che questi soldi che vengono erogati dalla Regione Liguria rimangano a creare occupazione sul nostro territorio e non finiscano a Roma da altre parti – afferma Rixi – Mi auguro che lunedi’ in questo incontro, che si terrà alle 11 e a cui sarò perente- prosegue il segretario regionale della Lega Nord- vengano date risposte chiare, altrimenti ci sarà il ritiro del finanziamento e un atteggiamento da parte della Regione assolutamente di chiusura nei confronti della società, visto che è da 4 mesi che ha aperto questa procedura ma non dice come vuole limitare i danni”.

L’assessore si augura poi che al tavolo nazionale di lunedi’ “ci sia finalmente una presa di posizione forte nei confronti di Ericsson da parte dei ministri competenti ma anche delle parti sociali a livello nazionale” accusate di non collimare nelle azioni con le richieste delle rappresentanze sindacali locali.

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