Un uomo è morto e un’altra persona è stata trasportata al Policlinico Gemelli in gravi condizioni in seguito alla sparatoria di questa mattina in via Gandolfi, a Roma, nel quartiere della Camilluccia. La vittima è Silvio Fanella, 41 anni, ucciso nella sua abitazione da un colpo di pistola al petto. A chiamare la polizia i vicini di casa, allertati dalle urla e dalle esplosioni. I testimoni hanno riferito alle forze dell’ordine di aver visto fuggire due persone a bordo di un’automobile, una Fiat Croma bianca rubata ritrovata dagli investigatori poco dopo l’agguato.
Secondo le prime ricostruzioni gli aggressori avrebbero prima ucciso Fanella nella sua abitazione, e poi avrebbero trascinato con sé il ferito per abbandonarlo durante la fuga nel cortile del palazzo.
La vittima, classe 1973, era legata all’imprenditore Gennaro Mokbel, finito sotto processo nell’inchiesta per la presunta maxi truffa Fastweb-Telecom Italia Sparkle, ed era stata condannata a ottobre a nove anni reclusione. In seguito a questa condanna Fanella stava scontando gli arresti domiciliari, accusato di associazione per delinquere transnazionale pluriaggravata assieme a una ventina di persone.
Secondo gli inquirenti avrebbe “organizzato, diretto e controllato, assieme ad altri, il materiale trasferimento delle somme indebitamente sottratte all’erario e il relativo reinvestimento in attività lecite e illecite, il controllo delle attività investigative in atto, l’assistenza alle famiglie degli associati che si erano allontanati dal territorio nazionale, l’intestazione fittizia di bene riferibili all’associazione medesima in Italia e all’estero, la movimentazione di somme e preziosi in Italia e all’estero e il rientro nel nostro Paese dei capitali illecitamente acquisiti, ai fini del loro reinvestimento e in particolare ai fini dell’acquisto di immobili, attività commerciali, preziosi e altribeni”.
Secondo la Procura Fanella, insieme a Mockbel e altri avrebbe “costituito alcune società in alcuni Paesi appartenenti alla ‘black list’, impartendo direttive mediante ordini trasmessi per via telematica, inviando emissari all’estero, gestendo di fatto la collocazione e la distribuzione dei capitali illecitamente acquisiti”.