Focus sui deserti nel Love Planet Earth 2010 di Telespazio

Pubblicato il 30 Nov 2009

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Telespazio presenta l’edizione 2010 del Calendario “Love Planet
Earth”, giunto alla sua quarta edizione e dedicato quest’anno
ai deserti.

Con una estensione pari a un terzo delle terre emerse, i deserti
sono vere e proprie “sentinelle” dei cambiamenti climatici,
rappresentando il simbolo più evidente dell’aridità che
caratterizza aree sempre più estese del nostro pianeta, ma spesso
anche una risorsa da  preservare e una fonte di ricchezza da
sviluppare.

Osservando con l’occhio dei satelliti la fascia che va dal
Tropico del Capricorno al Tropico  del Cancro, il Calendario di
Telespazio esplora alcune delle tematiche tipiche di queste aree:
dalla desertificazione allo sfruttamento indiscriminato delle
materie prime, dai conflitti innescati dalla carenza di risorse
naturali alla scommessa di trasformare i deserti in fonti di
energia alternativa.

Il Calendario “Love Planet Earth” si apre con un’immagine
satellitare del massiccio del Messak, nel Sahara libico, associata
a una fotografia di dipinti e graffiti eseguiti sulle rocce, quando
migliaia di anni fa quel luogo era una foresta popolata da uomini e
animali. Con la  seconda immagine ci spostiamo nel deserto del
Taklamakan, in Cina, dove i venti muovono le dune a una velocità
di 160 metri l’anno, minacciando così oasi e villaggi.

La foto invece che ritrae alcune donne che trasportano anfore colme
d’acqua, ci riporta alla drammatica realtà di milioni di persone
che non hanno un facile accesso a questo bene primario.
L’immagine satellitare di El Oued, nel Sahara algerino, ripresa
in modalità multitemporale dai satelliti radar della costellazione
COSMO-SkyMed, ci mostra infatti una serie di coltivazioni di palme
da dattero, evidenziando come lo sfruttamento intensivo delle
risorse idriche può portare al loro rapido esaurimento.

Uno dei più grandi impianti al mondo ad energia solare, ripreso
dai satelliti nel deserto del Mojave, in California, indica come
sia possibile trasformare i deserti in risorse. In questo caso, in
importanti fonti di energia alternativa. E ancora, il controllo
delle risorse naturali, limitate dai cambiamenti climatici e dalla
desertificazione, può innescare nel mondo conflitti tra gruppi
etnici e causare migrazioni forzate. L’immagine satellitare del
villaggio bruciato in Darfur (Sudan) ne offre una drammatica
testimonianza.

Il Calendario 2010 si chiude con una immagine di Marte associata al
deserto di Atakama, in Cile, al cui interno si trovano regioni
sostanzialmente prive di vita e sulle quali non piove da secoli.
Per questi motivi Atakama è considerato quanto di più vicino
all’ambiente marziano esista sulla Terra. Lo studio di altri
pianeti del sistema solare, come Marte e Venere, ci aiuta a
comprendere i cambiamenti climatici sulla Terra e le condizioni per
l’abitabilità dei pianeti extrasolari.

Telespazio è impegnata da molti anni nell’osservazione del
territorio e oggi con la sua controllata e-GEOS, società
costituita insieme con l’Agenzia Spaziale Italiana, è tra i
principali operatori al mondo nel campo delle informazioni
geospaziali, con una offerta integrata di soluzioni applicative,
contenuti e servizi, basati su dati radar e ottici ad alta
risoluzione.

Sul sito internet di Telespazio (www.telespazio.com/calendar) da
oggi è possibile non solo scaricare il Calendario “Love Planet
Earth 2010” e le singole immagini in formato pc desktop, ma anche
consultare un’ampia sezione dedicata alle tematiche ambientali
descritte, con notizie e approfondimenti multidisciplinari.

Il Calendario anche quest’anno è in edicola: sarà allegato,
infatti, al numero di dicembre del mensile Le Scienze, edizione
italiana di Scientific American, la più prestigiosa rivista di
divulgazione scientifica al mondo.

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