L’INTERVISTA

Forti (Adva): “Reti sempre più smart grazie ad AI e machine learning”

Il vice president Sales Italy dell’azienda specializzata in cloud interconnection, cloud access ed edge computing: “L’imperativo per chi vuole distinguersi e spingere sulla crescita in questo settore è anticipare i tempi”

Pubblicato il 05 Giu 2019

Marcello Forti Adva

Tra i settori che il digitale sta contribuendo a “rivoluzionare” c’è anche il mondo delle reti di telecomunicazione. Un cambiamento profondo che porta con sé anche una serie di nuove opportunità: per le aziende del comparto che sapranno cogliere la sfida dell’innovazione, e anche per gli utenti, che potranno contare su servizi sempre più innovativi ed efficienti. Tra le aziende che stanno cavalcando l’onda di questa trasformazione c’è Adva, multinazionale nata in Germania nel 1994 e specializzata nelle tecnologie di cloud interconnection, cloud access ed edge computing, che punta in modo deciso sullo sviluppo di tecnologie innovative per le reti di nuova generazione a livello globale, con soluzioni di open optical networking (Wdm), Carrier Ethernet, Nfv e syncronization delivery. 

Con 1.850 dipendenti in trenta Paesi su scala globale e un fatturato oltre 500 milioni di euro l’anno, l’azienda è cresciuta nel tempo sia in maniera organica, che attraverso qualche acquisizione tecnologica importante, come ad esempio quella di Oscilloquarz, realtà specializzata da 70 anni nelle soluzioni per la sincronizzazione delle reti ed Overture Networks leader nelle soluzioni Software Nfv. 

A fare il punto della situazione in un’intervista a CorCom è Marcello Forti, vice president sales Italy di Adva: “L’imperativo per chi vuole distinguersi e spingere sulla crescita nel nostro settore è di anticipare i tempi per essere competitivi – afferma – giocando sulle capacità strategiche di ‘lettura del mercato’ grazie al contatto con la nostra vastissima clientela sia essa enterprise, che telco”. 

Forti, qual è la trasformazione che sta interessando il mondo delle reti? 

La tendenza verso soluzioni multi-cloud aziendali, IoT e le corrispondenti soluzioni di edge computing, nonché l’aumento della densità delle antenne nelle reti mobili 5G, stanno creando nuove dinamiche di mercato e opportunità ai margini della rete. In questo nuovo contesto, attraverso la cosiddetta disaggregazione di alcuni elementi di rete, gli operatori potranno costruire le loro reti in modo flessibile, con una notevole riduzione dei costi. Le funzionalità verranno interamente realizzate via software, in combinazione ad hardware standard. In Adva vogliamo che i nostri clienti possano essere nella condizione di scegliere, come chiedono da tempo, diverse tecnologie in un mercato aperto di componenti di rete disaggregati.

Qual è la caratteristica principale di queste nuove reti “disaggregate”?

Oltre alla citata libertà di scelta tecnologica, tali soluzioni vengono disegnate in modo tale da garantire meccanismi di automazione capaci di ottimizzare l’utilizzo delle risorse e l’erogazione di nuovi servizi; tutto fa parte di ciò che l’industria chiama Software Defined Network (Sdn). Si tratta di strumenti utili per efficientare i processi e nascondere le complessità. Per questo Adva ha aperto la strada alla separazione dell’hardware dal software ai margini della rete, introducendo un sistema operativo di rete, che consente ai fornitori di servizi di acquistare funzioni di rete virtuali indipendenti dall’hardware e di eseguirle su server standard.  In questo contesto è fondamentale la collaborazione industriale, per questo abbiamo sempre aperto i nostri prodotti all’integrazione con altri vendor.   

Quale ruolo svolgeranno in questo contesto l’intelligenza artificiale e il machine learning? 

Avranno un impatto sempre più significativo ed avranno un ruolo decisivo sul modo in cui i nostri clienti percepiranno lo stesso concetto di rete, ovvero quello di una risorsa programmabile, in cui le informazioni vengono raccolte, archiviate e analizzate. In Adva utilizziamo per esempio l’intelligenza artificiale e machine learning per migliorare le prestazioni e la disponibilità della rete, essendo stati pionieri, ad esempio, nel campo della manutenzione predittiva.

Qual è oggi il vostro punto di forza sul mercato italiano?

Siamo attivi in Italia da oltre 15 anni, e in questo periodo siamo riusciti a costruire partnership importanti con i principali operatori del mercato. Basti pensare, ad esempio, che la maggior parte del traffico finanziario italiano viene trasportato tramite una soluzione Adva. C’è da aggiungere che l’Italia, insieme a Germania ed il Regno Unito, è tra i primi tre paesi in termini di fatturato all’interno di in un quadro in cui l’area Emea è storicamente la regione più forte per l’azienda. 

Guardando al futuro, su cosa state investendo di più anche in termini di R&D?

Le direzioni principali sulle quali ci muoviamo sono Edge computing, Internet of things e il 5G, la quinta generazione di tecnologie mobili. Tutte e tre queste tecnologie infatti hanno in comune il fatto di richiedere un’infrastruttura di telecomunicazioni robusta, scalabile ed a bassa latenza. Una voce trasversale rispetto a quelle appena citate è poi la sicurezza, e mi piace sottolineare che in questo campo siamo stati i primi ad aver realizzato la crittografia ottica.   

Quanto si sente nel vostro campo la mancanza di competenze specializzate?

È un tema di primo piano, perché il nostro Paese da una parte sta sviluppando investimenti importanti, ad esempio sul 5G, ma dall’altra non può contare su un numero adeguato di profili specializzati. Anche per questo abbiamo attivato una collaborazione con il Politecnico di Milano. 

E’ sempre più d’attualità il tema della sostenibilità: come vi state muovendo in questo campo? 

Come azienda innovativa abbiamo come obiettivo lo sviluppo sostenibile in tutta la nostra catena produttiva. Seguiamo un approccio olistico adottato da BT e dalla Telecommunications industry association, che copre tutti gli aspetti operativi, organizzativi e commerciali. Per la riduzione delle emissioni di carbonio abbiamo partecipato all’iniziativa Science based targets, e siamo diventati la quarta società in Germania ad aver ottenuto l’approvazione di tutti gli obiettivi.

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