LA NOMINA

Francesco Caio è Mr Agenda digitale

Il ceo di Avio, già superconsulente del governo Berlusconi, accetta la proposta del premier Enrico Letta. Lavorerà a titolo gratuito. “Onorato della fiducia accordatami”

Pubblicato il 13 Giu 2013

Federica Meta

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Francesco Caio è mister Agenda digitale. Il manager, attualmente numero uno di Avio, fa dunque il bis come consulente del governo per i temi del digitale: nel 2009 era stato chiamato dall’allora responsabile alle Comunicazioni, Paolo Romani, a redigere il piano per la banda larga. “Sono onorato della fiducia accordatami dal presidente del Consiglio Letta nell’affidarmi questo incarico che, d’accordo con il Cda di Avio – spiega il Caio in una nota – considero un’occasione di volontariato civile cui dedicare nei prossimi mesi una parte del mio tempo a titolo gratuito”.

“I temi dell’innovazione e dell’Agenda Digitale stanno molto a cuore al Presidente per il loro potenziale di crescita, inclusione sociale e occupazione, non solo giovanile, e per l’impatto sul miglioramento della qualità della vita delle persone sottolinea Caio – Spero di poter dare a lui e alla sua squadra un contributo nell’azione di coordinamento, incoraggiamento e valorizzazione delle molte persone e Istituzioni che stanno già lavorando all’innovazione digitale”.

Il primo a commentare la nomina è il deputato Pd, Marco Meloni. “Esprimo grande soddisfazione per la scelta di Francesco Caio – dice Meloni – credo sia la miglior garanzia del fatto che l’Agenda digitale, come affermato dal Presidente del Consiglio Letta, diventi realmente una delle priorita’ dell’azione di governo. Sono convinto che l’affidamento chiaro delle competenze sulla materia alla Presidenza del Consiglio, del resto richiesto dalla maggior parte delle forze politiche, possa realmente dare il necessario impulso all’attuazione della vasta gamma di interventi previsti, contribuendo cosi’ in modo decisivo alla modernizzazione del Paese, all’efficienza delle amministrazioni pubbliche e alla crescita dell’economia”.

Secondo Antonio Palmieri, deputato Pdl e responsabile innovazione del partito, “Francesco Caio è una persona di grande spessore professionale e autorevolezza internazionale nel campo dell’economia digitale” Tuttavia, restano da chiarire alcuni aspetti- evidenzia Palmieri – Anzitutto il rapporto che avrà con l’Agenzia per l’Italia digitale e il modo con cui, concretamente, il premier intende avvalersi dell’esperienza del dottor Caio. Per quanto ci riguarda le priorità restano sempre le stesse: i decreti attuativi mancanti per non lasciare l’agenda digitale sulla carta e il destino dell’Agenzia per l’Italia digitale”.

Questa mattina il premier Enrico Letta aveva nnunciato via Twitter di aver chiesto a Caio “di essere a Palazzo Chigi mister Agenda digitale del governo. Missione alla quale voglio dare massimo impulso”.

La nomina di Caio avviene alla vigilia del Cdm di domani che dovrebbe anche sbloccare lo statuto dell’Agenzia per l’Italia digitale. Come anticipato dal Corriere delle Comunicazioni, il premier Letta è dunque orientato a mantere le competenze del segmento Ict all’interno dei singoli ministeri ma centralizzando il coordinamento a livello di Presidenza del Consiglio.

Sul tema del riassetto della governance – e più in particolare sulla necessità di centralizzarla – dal nostro giornale è partito nelle scorse settimane un appello al governo. Lo stallo non piace affatto all’ex-ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, che auspica una presa di responsabilità politica unica da parte del Governo a Palazzo Chigi. “Al Governo attuale bisogna chiedere fondamentalmente tre cose – assicura Gentiloni – primo, istituire una regia unica per l’Agenda digitale; secondo, accelerare l’attuazione dei tanti temi rimasti in sospeso dal lavoro fatto dalla cabina di regia del Governo Monti, prima fra tutte lo status dell‘Agenzia digitale; terzo, ma mi pare di capire che il ministro Zanonato ci si stia già dedicando, dire una parola chiara su quale sia l’orientamento del Governo, e di conseguenza della Cassa depositi e Prestiti, sulla questione del futuro della rete Telecom”.

Il deputato Pdl e responsabile dell’Innovazione del partito, Antonio Palmieri ha chiesto al nuovo premier Enrico Letta di “prendere personalmente il carico dell’Agenda Digitale e, di conseguenza, le sorti dell’Agenzia”. “Mentre il governo riorganizza le competenze, deve assolutamente andare avanti sul varo dei decreti attuativi per portare a compimento quando previsto dal decreto Crescita 2.0 – ha spiegato Palmieri – Bisogna elaborare regolamenti chiari che non ammazzino il provvedimento, perché cattivi decreti rendono cattiva anche la migliore legge. Per quanto riguarda, invece, la tempistica relativa alla governance del digitale, invito il premier Enrico Letta a metterla in calendario prima della pausa estiva, nella seconda metà di luglio, una volta risolte le delicate questioni economico-finanziere con l’Unione europea”.

Per Linda Lanzillotta, senatrice della Lista Monti “affidare la competenza del digitale a un solo ministero sarebbe un’operazione complessa, ma soprattutto inefficace perché gli altri dicasteri non sarebbero disposti a cedere parte delle loro funzioni”. “Quello che servirebbe, invece, è una figura alle dirette dipendenze del presidente del Consiglio, responsabile delle politiche digitali – spiega – Una figura siffatta avrebbe l’autorevolezza necessaria per coordinare anche i ministeri “pesanti”, come Mise e Miur, le strategie delle Regioni e degli enti locali. Potrebbe essere una figura politica ma anche un “visionario” : l’importante è che faccia capo al premier e che riceva da lui un forte commitment. L’economia digitale è l’asse su cui far ruotare tutte le altre politiche, l’asse fondamentale dello sviluppo del Paese in tutte le sue declinazioni: industriale, amministrativo e sociale. Non ha quindi carattere né settoriale né aggiuntivo, ma deve toccare in profondità le politiche dei singoli ministri: solo il premier lo può fare.

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