IL CASO

Frequenze, dal Governo ipotesi nuove risorse per le Tv locali

In programma entro la fine dell’anno la liberazione delle frequenze “interferenti”. Si punta a favorire la soluzione consorzi. Solo in un secondo momento si passera alla razionalizzazione, mettendo sul piatto i canali dell’ex beauty contest

Pubblicato il 20 Nov 2014

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L’impegno del Governo è quello di “concedere alle tv locali le frequenze non assegnate nella procedura cosiddetta di beauty contest nonché quello di liberare quelle bloccate nella procedura d’infrazione”, che era stata avviata dall’Europa nei confronti dell’Italia per le modalità del passaggio dal sistema analogico a quello digitale. Ad affermarlo è Antonello Giacomelli, sottosegretario al Mise con delega alle comunicazioni, che ieri ha incontrato sul tema una delegazione di parlamentari pugliesi.

Si tratterebbe però di uno step successivo nell’Iter in atto per la liberazione delle frequenze interferenziali con l’estero, questione che oggi in Italia riguarda in tutto 76 emittenti locali.

La roadmap del Governo italiano prevede una prima fase, prioritaria, da completare entro da fine dell’anno con la liberazione delle frequenze: “Per noi è importante che questo percorso inizi – precisa Giacomelli – il problema non sarebbero due settimane in più”.

Perché le emittenti coinvolte liberino le frequenze in questione il Governo mette in campo una strategia su due punti: un incentivo per chi deciderà di abbandonarle, che al momento è di 20 milioni di euro ma che nei giorni scorsi ministro Boschi ha annunciato di voler rimpinguare, e poi l’intenzione di favorire i consorzi tra emittenti, cosicché alcune frequenze possano essere liberate e altre possano essere sfruttate a pieno.

Soltanto dopo aver portato a termine questo percorso si prenderà in considerazione la razionalizzazione dello spettro, pensando anche alla riassegnazione delle frequenze inutilizzate, di quelle liberate dalla procedura d’infrazione europea e di quelle non assegnate con il beauty contest.

“Il nostro intento – ha affermato Giacomelli – è consolidare la realtà dell’emittenza locale. Il danno è stato compiuto nel momento in cui si è stato utilizzato in maniera indiscriminata parte dello spettro frequenziale che non poteva essere utilizzato in questo modo”.

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