L'ANNUNCIO

Fusione Wind-3, Azzola: “Telecom pronta a comprare frequenze”

Il segretario nazionale della Slc: “Patuano ha riferito ai sindacati che la compagnia è disponibile ad essere soggetto facilitatore dell’operazione”

Pubblicato il 22 Nov 2013

michele-azzola-cgil-130718154912

Telecom Italia “è pronta a comprare le frequenze” che si libereranno sul mercato in caso in cui si realizzi la fusione tra H3G e Wind, di cui si parla in questi giorni. Lo ha riferito, secondo quanto spiega il segretario nazionale della Slc-Cgil Michele Azzola, l’amministratore delegato di Telecom, Marco Patuano, ai sindacati. “Patuano – prosegue Azzola – ci ha detto che Telecom è disponibile a essere un soggetto facilitatore della fusione” e questo, secondo il sindacalista, “è un fatto molto positivo. La riduzione da quattro a tre degli operatori mobili sul mercato, di cui si parla da giorni, è abbastanza scontata. E i rumor sulla fusione Wind-H3G sono molto credibili”. Ieri, in audizione al Senato, l’Ad di Telecom ha confermato che della fusione tra H3G e Wind “se ne parla, forse i mercati finanziari sono più chiacchieroni di altri, per cui se ne parla”. Infine Patuano ha chiarito che le frequenze sono “sempre le benvenute”.

Secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni le negoziazioni per l’eventuale fusione tra le società starebbero avvenendo direttamente tra Mosca e Hong Kong. Dopo la delusione sull’affare sfumato con TI – il 4 luglio scorso il cda di Telecom Italia ha detto definitivamente no all’avvio di negoziati per un progetto di integrazione fra TI e 3 Italia – Hutchinson Whampoa avrebbe deciso di cercare un’alternativa di consolidamento sul mercato italiano. E avrebbe così concentrato ancora di più l’attenzione sull’operatore di telefonia mobile ceduto ai russi di Vimpelcom dall’egiziano Naguib Sawiris nel 2011.

Ma la strada della fusione è lastricata ancora di ostacoli. Non è la prima volta che 3 Italia e Wind provano ad avviarla: contatti c’erano già stati in passato, ma non erano mai andati a buon fine. Usando una metafora si può dire che Wind e 3 Italia erano arrivati a un passo dall’altare ma tutto si era arenato sulla questione del valore di 3 Italia. Per l’azionista cinese Hutchison Whampoa valeva 5 miliardi di euro, cifra ritenuta troppo elevata da una società che non ha mai chiuso un bilancio in nero e che, ancora oggi, ha margini in affanno.

Telecom Italia produce ancora una marginalità del 39% e competitor come Vodafone e Wind sono comunque ben sopra il 30%, mentre 3 Italia si ferma al 13%. Può però contare sulle casse piene del suo azionista di maggioranza, il miliardario cinese Li Ka Shing, tra i cinquanta uomini più ricchi del pianeta secondo Forbes. Al tavolo della trattativa ci sono, tuttavia, altri due miliardari quali Mikhail Fridmann, il russo che possiede Alpha Bank, e il Fondo sovrano norvegese, azionista di Telenor, che insieme a Fridmann controlla Vimpelcom, il socio principale di Wind.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati