Accordo fatto tra Gsa, agenzia europea per i sistemi di navigazione satellitare, e la Commissione europea sulle deleghe per gli obiettivi di Galileo. “La fase operativa sarà progressivamente implementata a partire dal 2014-2015 – si legge in una nota di Gsa – con la piena operatività che è in programma per il 2020”. Si tratta, spiega il comunicato, del passo iniziale verso l’attivazione del sistema, che stabilisce una roadmap e i fondi a disposizione fino al 2021 per lo sviluppo dei servizi. Il contributo massimo dell’Unione europea ammonta a 490 milioni di euro, e il finanziamento complessivo sarà confermato da un ulteriore passaggio di verifica entro la fine del 2016.
Nel dettaglio, Gsa sarà responsabile della fornitura e del marketing dei servizi, della gestione, manutenzione, continua implementazione, evoluzione e protezione delle infrastrutture nello spazio e a terra, della ricerca e dello sviluppo di piattaforme per la ricezione con caratteristiche innovative nei differenti ambiti di applicazione, dello sviluppo delle generazioni future del sistema, della cooperazione con Gnss e di tutte le altre attività richieste per il funzionamento corretto del sistema.
“La Commissione europea – si legge nella nota – rimane responsabile della supervisione del programma, mentre l’Agenzia spaziale europea sarà affidato il dispiegamento del sistema”.
A firmare l’accordo Daniel Calleja Crespo, direttore generale della direzione impresa e industria della Commissione europea, e Carlo des Dorides, direttore esecutivo di Gsa. “Con Galileo ci proponiamo di fornire un servizio ai cittadini europei – afferma des Dorides – e questo accordo assicura che avremo gli strumenti e i finanziamenti necessari per raggiungere l’obiettivo”.
“Si prevede che il servizio che si svilupperà da questo accordo fornirà importanti opportunità economiche per molti settori, inclusi i trasporti, le telecomunicazioni, l’energia e i servizi bancari. Ad esempio – conclude la nota – nel 2013 il mercato annuale globale per I prodotti e I servizi per la navigazione satellitare è stato valutato in 175 miliardi di euro, e ci si aspetta che cresca nei prossimi anni fino ad arrivare a 237 miliardi di euro nel 2020”.
Intanto la commissione d’inchiesta indipendente che indaga sull’incidente che ha portato fuori orbita due satelliti della flotta Galileo in agosto ha reso noti ieri i risultati del proprio lavoro: non si sarebbe trattato di un errore umano, ma di un problema tecnico: il carburante utilizzato per i motori dell’ultimo stadio Fregat (un composto chimico di nome idrazina) si sarebbe congelato in volo. “Si tratta di una lacuna di design, e non di un errore umano. Sappiamo con precisione cosa si deve fare per correggere rapidamente l’errore”, ha osservato l’amministratore delegato di Arianespace, Stephane Israel.