SPETTRO RADIO

Giacomelli: “Frequenze, via agli incontri bilaterali”

Il sottosegretario alle Comunicazioni: “Riorganizzazione per l’emittenza locale. Risolveremo il nodo dell’eccessiva saturazione dello spettro”. E’ la prima volta dal 2010 che il governo mette mano al coordinamento internazionale: l’inadempienza ha messo il Paese a rischio di procedura d’infrazione. Oggi incontro con il ministro delle Comunicazioni sloveno Jerney Pikalo

Pubblicato il 06 Mag 2014

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“Non risolveremo solo il problema delle interferenze con la Slovenia, ma la strategia che adotteremo ci consentirà di riorganizzare il settore dell’emittenza locale e di superare un’eccessiva saturazione dello spettro”. Lo ha detto il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli nel corso dell’incontro di oggi a Roma con il ministro delle Comunicazioni sloveno Jerney Pikalo (nella foto), nel corso del quale Lubiana ha segnalato ufficialmente una serie di criticità sulle proprie frequenze radio-televisive, in particolare quelle relative al canale 22.

Un problema già noto al ministero dello Sviluppo economico e segnalato all’Authority per le Comunicazioni che sta mettendo a punto la delibera relativa. Giacomelli ha ricordato al ministro sloveno che l’Italia ha già spento il canale 33 e concordato con lui una serie di incontri bilaterali di carattere tecnico, già entro la prima metà di giugno, per risolvere gli altri problemi di interferenza.

“Non solo intendiamo mantenere gli impegni assunti dall’Italia in sede internazionale ma, come abbiamo già spiegato ai vertici dell’ITU alla fine di aprile, metteremo in campo una serie di azioni per favorire la liberazione dello spettro e ricavare un dividendo digitale” ha spiegato Giacomelli.

E’ la prima volta che il governo italiano mette mano al coordinamento internazionale sulle frequenze dal 2010, anno in cui Agcom definì il piano per gestire al meglio il nodo interferenze. I tavoli internazionali con i Paesi confinanti, necessari al compimento del processo, non sono mai stati però avviati.

Risultato: nessuna frequenza italiana è coordinata. Una situazione da “stato canaglia” che ha indotto nei giorni scorsi Francois Rancy direttore del Radiocommunication bureau dell’Itu a venire in Italia di persona per trattare con Giacomelli gli interventi che il nuovo governo intende adottare per voltare pagina sul “far west” delle frequenze, scongiurando le minacce di procedure d’infrazione richieste dai paesi vicini. Nel corso dell’incontro Rancy ha detto a Giacomelli di apprezzare la svolta promessa dal nuovo esecutivo nell’utilizzo dello spettro radiofrequenziale. “La strategia che adotteremo – ha detto il sottosegretario – ci consentirà non solo di mettere finalmente l’Italia in grado di rispettare gli accordi internazionali sottoscritti, ma anche di riorganizzare complessivamente il settore dell’emittenza locale eliminando ambiguità, dando certezza di risorse e superando un’eccessiva e ingiustificata saturazione dello spettro”.

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