IL CASO

Gli Usa dichiarano guerra alle “robocall”: in campo tutte le telco

I procuratori generali dei 50 Stati danno il via a una strategia per contrastare il fenomeno. Allo studio una carta di principi contro le chiamate automatizzate indesiderate

Pubblicato il 23 Ago 2019

Antonio Dini

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Forse sarà l’ennesima montagna che partorirà un topolino. O forse l’inizio di un cambiamento radicale di uno dei fenomeni più inquietanti, diffusi e fastidiosi negli Stati Uniti, le robocall, cioè le chiamate automatizzate indesiderate, che spesso aprono la porta, oltre che a pubblicità e televendite, anche a vere e proprie truffe.

I procuratori generali dei 50 Stati degli americani più quello del Distretto di Columbia annunciano insieme di voler unire le loro forze con i principali fornitori di servizi di telecomunicazione, tra cui AT&T, Verizon, Comcast, Sprint e T-Mobile, per reprimere le robocall indesiderate.

Secondo Reuters, che è entrata in possesso dei documenti, i procuratori generali e le aziende sveleranno dei “principi anti-robocall” non vincolanti che però potrebbero cambiare per sempre le dinamiche di mercato.

Le aziende hanno concordato di adottare misure per ridurre le chiamate indesiderate e lavorare con i procuratori generali dei singoli Stati su “truffe riconosciute e comportamenti devianti nelle robocalling illegali” e per tenere aggiornati le amministrazioni statali su “soluzioni aggiuntive sufficientemente potenti da poter combattere le robocall illegali”.

Le robocall sono la più grande fonte di reclami nei confronti della Federal Communications Commission, della Federal Trade Commission e di molti uffici legali degli Stati americani. Negli ultimi mesi il Congresso ha progettato una serie di normative per reprimere le chiamate indesiderate ma ancora non è stato trovato un accordo e la legge è ancora lontana dall’essere dibattuta ufficialmente.

Il problema è che dietro le robocall non c’è solo il disturbo: dietro le telefonate automatizzate che bombardano gli utenti americani da anni c’è di più: un coacervo di truffe e altre attività illegali.

In passato la Ftc ha cercato di mettere un freno a questo fenomeno ma senza riuscirci. “Abbiamo un programma di procedimenti legali di blocco di queste attività, che è pensato per proteggere i consumatori nel modo più ampio possibile da ogni abuso perpetrato tramite chiamate automatiche”, ha sottolineato Ian Barlow, coordinatore del programma per il programma Do Not Call della Ftc.

L’azione Ftc più recente portata avanti attraverso Do Not Call è stata mirata a individuare organizzazioni che promuovevano prodotti contraffatti o sistemi di marketing multilivello ma anche soggetti che vendevano prodotti reali commercializzati in modi illegali.

Stando alle indagini della Ftc in alcuni casi le robocall proliferano attraverso programmi che assomigliano a piattaforme di marketing multilivello, in cui si spingono i pacchetti robocall sui “membri” per stimolare una rapida crescita del business.

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