IL PROVVEDIMENTO

Golden power, rete Telecom fuori dagli asset della Difesa

Cambio di linea del governo rispetto all’esecutivo Letta: nel decreto allo studio nessun riferimento a infrastrutture e impianti di comunicazioni. Più facili eventuali scalate da parte di gruppi Ue

Pubblicato il 21 Mar 2014

F.Me.

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Il governo cambia linea sulla rete del governo sulla rete Telecom. L’infrastruttura sta per uscire dagli asset protetti dal nuovo golden power con la massima intensità possibile, ovvero quelli del comparto della Difesa, per i quali il potere di veto e di imposizione di condizioni all’acquisto vale sia per gli operatori europei che per quelli extra Ue.

Lo si apprende dalla relazione che accompagna il decreto legge per l’individuazione degli attivi strategici nei settori delle telecomunicazioni, dei trasporti e dell’energia, scrive MF, approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri nella sua versione definitiva, assieme a quello che indica le procedure per l’attivazione del nuovo golden power. Di entrambi si attende ora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Da quel momento le vecchie norme della golden share non avranno più effetto ed entrerà in vigore la nuova disciplina, introdotta nel 2012 per rispondere alla decisione della Ue di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia europea per le norme antiscalata considerate troppo restrittive rispetto all’ordinamento comunitario.

Nella relazione a supporto del Dpcm si dice apertamente che “è in corso di adozione uno schema di regolamento interamente sostitutivo del vigente Dpcm 253/2012 (quello che identifica gli asset da coprire nel settore Difesa ndr), che non contiene alcun riferimento a reti e impianti relativi alle comunicazioni”.

In questo modo il governo, oltre a placare gli animi della Ue che non vedeva di buon occhio l’inserimento della rete Telecom del Dpcm Difesa, sana un’anomalia: l’infrastruttura era stata infatti già inserita del decreto sulla golden power con il risultato che si trovava in die decreti diversi. La sovrapposizione aveva allerta sia Agcom sia il Semato che avevano chiesto al governo di intervenire pe superare l’impasse.

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