L'ACCORDO CON LA FTC

Google, 22,5 milioni di $ per chiudere il “caso” privacy

BigG punta a mettere la parola fine alle accuse di violazione della privacy di milioni di utenti Apple per tracciare le ricerche online a scopo pubblicitario. L’accordo con la Federal Trade Commission sarebbe vicino

Pubblicato il 10 Lug 2012

F.Me.

google-120525155820

Google ha quasi raggiunto un accordo da 22,5 milioni di dollari con la Federal Trade Commission per patteggiare le accuse di aver violato la privacy di milioni di utenti Apple, aggirandone le impostazioni sulla privacy. A renderlo noto è il Wall Street Journal, secondo cui si tratterebbe della multa maggiore mai imposta a una singola azienda americana dalla Ftc. Google, insieme ad alcune aziende pubblicitarie, era accusata di aver usato i dispositivi Apple per tracciare le ricerche online degli utenti del colosso di Cupertino, utilizzando poi i risultati a fini pubblicitari.

Non si tratta dell’unico contenzioso aperto con un’autorità. BigG ne ha infatti uno aperto sulla con l’antitrust europeo che da tempo hanno aperto un’inchiesta sul motore di ricerca per pratiche commerciali potenzialmente anticoncorrenziali. Il 2 luglio presidente esecutivo di Google Eric Schmidt ha scritto una lettera al commissario Ue alla concorrenza Joaquin Almunia, che ha fissato per questi giorni il termine ultimo entro il quale Google deve fornire rassicurazioni sulle pratiche commerciali adottate nel settore delle ricerche online.

In particolare, Mountain View deve rispondere ai rilievi avanzati da una dozzina di competitor, fra cui Microsoft, che accusano Google di essere penalizzati nelle ricerche sul suo motore. Senza rassicurazioni adeguate, L’Unione Europea presenterà delle accuse formali nei confronti di Google.

A maggio dopo un anno e mezzo di indagini, il commissario Almunia ha identificato quattro aree sensibili, potenzialmente a rischio per la concorrenza, fra le pratiche di Google. La conclusione dell’indagine evidenzia che Google avrebbe favorito i suoi servizi di ricerca a danno di quelli dei competitor e che avrebbe copiato le recensioni di viaggi e ristoranti da siti concorrenti senza il loro permesso. Almunia ha poi aggiunto che gli accordi pubblicitari siglati da Google con siti clienti potrebbero aver bloccato i concorrenti mentre le restrizioni contrattuali potrebbero aver impedito ai pubblicitari di spostare le loro campagne online sui motori di ricerca dei rivali.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!