IL REPORT GSMA

Green telco, un terzo degli operatori mobili sarà net-zero nel 2050

Avanza l’uso delle rinnovabili e l’impiego di software per il monitoraggio delle fonti di energia. Ma fuori dalla partita della sostenibilità resta ancora l’8% delle aziende

Pubblicato il 10 Ago 2022

ambiente, green

L’industria delle Tlc mobili avanza verso una maggiore sostenibilità e l’obiettivo net-zero, l’azzeramento delle emissioni nette di carbonio nelle attività operative. A misurare questi progressi è il “2021 Mobile Industry impact report on sustainability” della Gsma, che descrive i miglioramenti nel “tracciare e divulgare i dati climatici e nel fissare obiettivi per la riduzione delle emissioni”.

Alla fine del 2020, il 69% dei maggiori operatori mondiali per numero di clienti e l’80% dei maggiori operatori per ricavi hanno comunicato i propri impatti climatici. Inoltre, circa il 31% degli operatori per numero di clienti e il 36% degli operatori per fatturato hanno fissato obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio per raggiungere l’obiettivo net-zero entro il 2050 o prima.

Il report si basa su un sondaggio online condotto da Mobile World Live per conto dell’azienda Galooli nell’aprile del 2022. Sono stati interpellati i manager di operatori mobili, società delle torri e fornitori di servizi cloud. Dal punto di vista geografico, la maggior parte delle aziende nel campione ha la sede principale in Europa (39%) e in Nord America (26%).

Fonti rinnovabili e software di monitoraggio nei siti cellulari

Il sondaggio ha confermato l’importanza che la sostenibilità gioca nel settore delle telecomunicazioni e ha messo in evidenza, insieme ai progressi, i ritardi di alcune aziende quando si tratta di tracciare gli obiettivi di sostenibilità e raggiungere obiettivi climatici.

Il 71% degli intervistati ha affermato di conoscere del tutto o in parte gli obiettivi zero-net della propria azienda. L’8% ha detto che la propria azienda non ha obiettivi per quanto riguarda l’azzeramento delle emissioni nette.

Il 59% ha saputo indicare quale sia il budget annuale che la propria azienda destina alle pratiche per la sostenibilità; tuttavia è ancora un buon 30% a non conoscere la cifra.

Il 17% ha detto che tra il 35% e il 74% dell’energia usata dalla propria azienda viene da fonti rinnovabili e il 15% ha detto che è rinnovabile il 75%-100% delle fonti utilizzate. Quasi la metà (49%) afferma che la prima fonte rinnovabile di cui si servono è quella solare. L’energia idroelettrica è primaria per il 7% e l’eolico per il 4%.

Il 31% ha riferito che la propria azienda usa una combinazione di software e controlli manuali per monitorare le loro fonti di energia nei siti delle torri, mentre il 25% usa uno specifico software di monitoring che automatizza il processo.

Le telco più proattive

Molti operatori di telefonia mobile sono proattivi e stanno lavorando verso un obiettivo net-zero prima del 2050. Ad esempio, Verizon e At&t hanno affermato che entro il 2035 saranno a zero emissioni di carbonio in tutte le loro operazioni. Verizon ha anche lanciato nel 2021 un green bond da 1 miliardo di dollari che sarà utilizzato per le sue iniziative di sostenibilità. Inoltre, Vodafone ha affermato che entro il 2030 sarà pari a zero in tutte le sue operazioni.

Lo studio della Gsma ha anche rilevato che molti operatori mobili si stanno impegnando per passare alle energie rinnovabili, fattore essenziale per ridurre le loro emissioni di CO2. BT Group, Kpn e T-Mobile Us stanno attualmente alimentando le loro operazioni con il 100% di energia rinnovabile. T-Mobile ha affermato che per raggiungere tale obiettivo l’azienda ha investito in nove grandi progetti di parchi eolici e solari per rifornirsi di circa 3,4 milioni di milliwatt (MWh) di energia pulita all’anno.

La sostenibilità come bussola di business

La strategia che tiene conto degli impatti ambientali è sempre più cruciale anche per le telco al tal punto che la Gsma ha definito un modello standard per gli operatori mobili per creare i report di sostenibilità centrati sulle tematiche Esg (ambiente, società, governance). In un recente white paper l’associazione dell’industria mobile ha elencato i dieci indicatori chiave delle prestazioni (Kpi) con cui rendere più veloce il processo di rendicondazione e più coerenti e confrontabili i risultati.

Quattro le macro-categorie del reporting: ambiente, che include  i Kpi su emissioni, energia e riduzione dei rifiuti; inclusione digitale, i cui Kpi sono copertura di rete, affordability e competenze digitali; integrità digitale, cui appartengono i Kpi protezione dei dati, diritti digitali e sicurezza online; e supply chain, che ha un solo indicatore: sostenibilità.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Video
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati