JOINT VENTURE

Hp-Foxconn alleati sui server ottimizzati per il cloud

La joint venture punta a una nuova linea di prodotti pensati per i grandi server provider che devono gestire ingenti moli di dati. Hp vuole così consolidare la leadership nei server e Foxconn espandersi oltre la manifattura a basso margine

Pubblicato il 30 Apr 2014

Patrizia Licata

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Hp e Foxconn hanno annunciato oggi un accordo di joint venture per creare una nuova linea di server ottimizzati per il cloud e specificamente rivolti ai service provider. Il colosso americano dell’informatica si lega così al gigante asiatico della produzione di componenti elettronici e dell’assemblaggio di dispositivi che già collabora con Apple e Samsung.

Secondo Idc, i service provider continueranno a cercare di aumentare le loro prestazioni e al tempo stesso di ridurre i loro costi man mano che espandono le loro implementazioni di architetture cloud. Inoltre, il modello hosting-as-a-service continuerà a spostarsi da modelli tradizionali verso meccanismi di erogazione basati su cloud come l’infrastructure as-a-service, stimolando una forte crescita dei server usati per l’hosting (dal 15 al 20% l’anno dal 2013 al 2018).

Le nuove necessità del cloud computing richiedono un nuovo approccio alla progettazione dei server che unisce le conoscenze nelle soluzioni cloud, una rapida risposta al cliente e produzione in grandi volumi. La creazione di server e soluzioni innovative è alla base del rapporto che già da decenni si è consilidato tra Foxconn e Hp e che oggi si rafforza. Con la nuova joint venture Foxconn e Hp porteranno al mercato piattaforme di computing nuove e di primo livello con soluzioni facili da gestire e di costo accessibile, si legge in una nota delle due società. La nuova linea di prodotti risponde specificamente alle esigenze di elaborazione dei grandi service provider mondiali offrendo loro un basso total cost of ownership, scala, servizio e supporto. Questi prodotti completano l’attuale portafoglio di Hp ProLiant, di cui fa parte Moonshot.

Hp è già la prima azienda globale produttrice di server, con una quota di mercato, nell’ultimo trimestre del 2013, del 28%, ma sta cercando di tenere a distanza le concorrenti asiatiche. A preoccupare il gruppo californiano è la recente vendita da parte di Ibm della divisione server low-end a Lenovo per 2,3 miliardi di dollari e l’arrivo sul mercato con prezzi competitivi di Quanta Computer. Foxconn dal canto suo da tempo cercava un modo per espandersi e rafforzarsi al di fuori dei contratti manifatturieri con bassi margini.

La nuova linea di server risponde alla crescente domanda di apparecchiature in grado di immagazzinare enormi quantità di dati: sempre secondo Idc il settore dei servizi e delle infrastrutture legate ai “big data” quest’anno raggiungerà un giro d’affari di 16,1 miliardi di dollari, con una crescita sei volte superiore a quella del mercato tecnologico nel suo complesso.

A inizio aprile Foxconn ha annunciato una partnership con la cinese 21Vianet Group, operatore di centri dati Internet, per fornire apparecchiature e servizi in Cina e all’estero.

La joint venture con Hp arriva mentre l’americana sta scommettendo sulla divisione hardware, nel tentativo di rilanciare l’intera società: lo scorso febbraio la Ceo Meg Whitman aveva detto al Wall Street Journal di considerare l’accordo tra Ibm e Lenovo anche un’opportunità per guadagnare quote di mercato. “Il cloud computing sta radicalmente cambiando la supply chain per il mercato dei server, di pari passo con l’aumento della domanda di soluzioni più capaci, di valore, globali e su larga scala”, ha detto oggi Terry Gou, presidente di Foxconn. “Le nuove esigenze del computing fanno sì che clienti e partner si stiano rapidamente spostando verso un nuovo tipo di It che richiede architetture dedicate, scalabili e capaci di gestire grandi volumi di dati”, ha dichiarato la Whitman.

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