IL CASO

Huawei smentisce i rumors: “Gli smartphone Mate non sono in vendita”

Messe a tacere le indiscrezioni che davano per imminente la dismissione della linea di cellulari di fascia alta dopo la cessione del brand low cost Honor. “Notizie totalmente infondate, continueremo a offrire prodotti ed esperienze di prima classe ai consumatori di tutto il mondo”

Pubblicato il 25 Gen 2021

Patrizia Licata

Huawei Mate Xs foldable

Huawei ha respinto recisamente le indiscrezioni di Reuters secondo cui avrebbe intenzione di vendere i brand Mate e P, che corrispondono ai suoi smartphone di punta. L’acquirente sarebbe una coordata di aziende sostenuta da governo regionale di Shanghai.

In una nota ufficile un portavoce del vendor cinese ha affermato che i rumor sono “totalmente infondati” e che “Non esiste alcun progetto del genere da parte di Huawei”. Il rappresentante dell’azienda di Shenzhen ha ribadito l’impegno di Huawei nel settore degli smartphone e ha aggiunto: “Continueremo a offrire prodotti ed esperienze di prima classe per i consumatori di tutto il mondo”.

Reuters ha scritto che Huawei è nelle fasi iniziali di una trattativa per vendere i marchi Mate e P, una mossa che implicherebbe l’uscita dal segmento di mercato di fascia alta.

L’effetto della trade war

La decisione di Huawei di vendere – sempre secondo Reuters – sarebbe legata alla difficoltà di approvvigionarsi di chip a causa delle restrizioni imposte dagli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump e ancora in vigore.

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Lo stesso problema di accedere al rifornimento di componenti ha spinto il vendor cinese a cedere il marchio Honor, focalizzato sulla fascia medio-bassa del mercato degli smartphone. Dopo la vendita, riportano i media Usa, Honor ha tornato ad avere accesso alle tecnologie che aveva difficoltà a comprare per il veto di Trump alle aziende americane di rifornire Huawei.

La trade war ha già costretto a Huawei a sospendere dalla metà di settembre la produzione di uno dei propri chip di punta per i dispositivi mobili, il Kirin 9000. L’azienda sta anche progettando una propria fabbrica di chip a Shanghai che produrrebbe componenti per la sua attività core delle infrastrutture di rete di telecomunicazione, in particolare per il 5G. Ma non sarebbero inclusi i chip per smartphone.

La vendita del brand Honor

Huawei ha confermato a novembre scorso la vendita del marchio di smartphone Honor e delle attività correlate a un consorzio guidato dalla città di Shenzhen e che include i rivenditori locali. Reuters ha riferito che l’acquisizione potrebbe valere oltre 100 miliardi di yuan (15 miliardi di dollari).

Lanciato nel 2013, il marchio Honor è stato sviluppato da Huawei per raggiungere la fascia media e bassa del mercato. La vendita del brand low-cost ha lo scopo di “salvare la catena industriale di Honor”, hanno affermato gli investitori. Huawei venderà tutte le sue azioni e non avrà alcun rapporto di gestione con la nuova società.

Il colosso cinese ha dichiarato che il business legato all’elettronica di consumo ha subito “un’enorme pressione negli ultimi tempi” a causa delle sanzioni statunitensi contro il gruppo, che hanno reso difficoltoso l’approvvigionamento dei componenti necessari all’assemblaggio dei telefoni.

Joe Biden, fine delle tensioni Usa-Cina?

Il nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha una fitta agenda anche in ambito tecnologico e sicuramente cercherà una posizione nella lunga guerra tecnologica con la Cina che permetta di abbassare i toni della trade war senza ledere le questioni di sicurezza nazionale.

Negli interventi fatti in campagna elettorale Biden sembra collocarsi sulla stessa linea dell’amministrazione Trump riguardo ai rischi posti da una Cina molto ambiziosa e aggressiva nelle sue politiche per raggiungere il predominio tecnologico. Il presidente Democratico non ha fornito dettagli, ma ha indicato che la sua strategia sarà più “coerente” di quella del predecessore Repubblicano.

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