L'INCHIESTA

Ibarra: “Spronare le aziende a investire in Ict”

Il settore dell’Ict è un volano di crescita del Pil e di modernizzazione del Paese. Quali misure prioritarie il governo Letta deve adottare per sfruttarne le potenzialità e far ripartire economia e occupazione anche in un quadro di spending review. La parola all’Ad di Wind

Pubblicato il 18 Giu 2013

di Maximo Ibarra, Ad di Wind

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Lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie digitali rappresentano un’occasione unica per rilanciare l’innovazione in Italia. In questa fase di mercato c’è una domanda di servizi testimoniata dall’esplosione dell’internet mobile nelle telecomunicazioni che crea opportunità incredibili per gli operatori del settore ma anche per le aziende che hanno la capacità di proporre e sviluppare servizi digitali. Possono nascere dei veri e propri distretti dell’innovazione in grado di dare una spinta importante alla crescita dell’economia italiana. Investire in scuola e formazione, innovazione e R&D e infrastrutture per tornare a crescere e a recitare un ruolo di primo piano nel panorama internazionale, questa deve essere una delle priorità del Sistema Italia. Occorre valorizzare la rete dei distretti industriali, aiutandoli a crescere nella dimensione dei loro business per dare nuovo impulso allo sviluppo e alla creazione di nuovi posti di lavoro.


C’è bisogno, inoltre, di ridurre il digital divide. Il Paese ha bisogno di infrastrutture capillari e moderne, di reti digitali broadband e ultrabroadband. È quindi necessario sbloccare l’impasse, a livello di investimenti e regole, che rallenta la realizzazione delle reti in fibra ottica Ngn (Next Generation Network). Anche sul fronte delle strutture di rete mobile, dove, dopo l’acquisizione delle frequenze con l’asta per le reti di quarta generazione Lte, Wind continua a realizzare investimenti importanti anche nei prossimi anni, grazie anche all’accordo che abbiamo concluso di recente con Huawei e Sirti per lo sviluppo delle reti di ultima generazione, che prevede un investimento di 1 miliardo di euro in 5 anni. Le imprese italiane, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni, investono ancora poco nell’innovazione basata sulle tecnologie digitali. Servono dunque azioni concrete per “spronare” le aziende a investire di più in Ict, ad esempio defiscalizzando gli investimenti e creando fondi per l’innovazione.

È inoltre necessario sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove iniziative in ambito digitale, facendo leva sulla grande creatività e voglia di fare impresa dei giovani talenti italiani. Per far questo occorre garantire un maggiore afflusso di capitali di rischio a supporto delle start-up. Tutto ciò può consentire di rispondere efficacemente ad alcune delle grandi criticità della nostra economia: la mancata crescita e l’elevata disoccupazione. Diventa fondamentale in questo senso che l’agenda politica si ponga l’obiettivo di recuperare il gap che ci separa dai Paesi più avanzati nell’utilizzo delle tecnologie digitali. Serve uno sforzo comune per aiutare l’Italia a superare la crisi e a guardare ad un futuro migliore.

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