Il business degli “white spaces”? Vale 100 mld in 15 anni

Uno studio commissionato da Microsoft quantifica i vantaggi dell’utilizzo del digital dividend. Un altro colpo ai “proprietari” di licenze

Pubblicato il 28 Set 2009

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C’è un irresistibile profumo di business intorno agli “white
spaces” dello spettro radio, gli “spazi bianchi” (come li
chiama la Federal Communications Commission, il regolatore
americano: digital dividend, in linguaggio europeo) lasciati
vuoti dalla televisione analogica passata al digitale terrestre.
Profumo che si sente, ovviamente, solo in quei Paesi la cui tv
abbia effettivamente lasciato spazi vuoti (l’Italia, per il
momento, non fa parte della categoria).   

Queste “bianche praterie” a zona franca, che si trovano nella
banda 700 Mhz dello spettro, vengono da tempo guardati con
cupidigia anche dai big dell’Ict (Microsoft, Google, Dell,
Motorola, Hp). A tal punto che, sotto la loro pressione, l’anno
scorso l’Fcc ne ha approvato l’utilizzo “unlicensed”,
senza bisogno di licenze, nonostante l’opposizione di telco e
broadcaster che per le frequenze loro in uso hanno speso fior di
quattrini.  

Ebbene, oggi sappiamo quanto valgono: 100 miliardi di dollari in
15 anni. È questa la stima fatta dalla società di consulenza
Perspective Associate cui si è rivolta Microsoft. Lo studio di
Perspective indica che il valore deriva dall’incremento del
numero di network wireless “unlicensed” (che hanno il
permesso di emettere energia a radiofrequenza senza
autorizzazioni specifiche), come gli hot spot wi-fi. E forse
dall’aumento di dispositivi – cellulari, palmari – per il
trasporto di dati. 

Perché tutto questo interesse? Perché sia Microsoft che le
altre società hanno capito che utilizzare gli white space non
assegnati potrebbe incrementare l’utilizzo di Internet e dare
una notevole spinta alle comunicazioni wireless. Anche se, fino a
ora, era difficile fare una valutazione dei ventaggi. Ma nel suo
studio Perspective dà anche altre spiegazioni. Per esempio, dice
che gli spazi bianchi offrono una copertura più vasta della
classica connessione wi-fi: un singolo access point wi-fi
“rinforzato” con l’utilizzo del white space, potrebbe
“non solo garantire al 100% un grosso condominio – scrive la
società – ma anche l’area circostante”. E in più, l’uso
degli spazi bianchi potrebbe abbassare i costi della fornitura di
accesso nelle aree rurali. Vero che i chip necessari per far
girare i dispositivi costerebbero all’inizio intorno ai 10
dollari in più rispetto alle tecnologie che si prevede
esisteranno nel 2012. Ma da quel momento in poi la differenza si
abbatterebbe a tassi del 30% all’anno.

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