Il cloud traina Brennercom, ora si punta alla Germania

L’Ad Karl Manfredi: “I Big data saranno un fattore di grande accelerazione.
La nostra rete in fibra rimarrà di assoluto livello. Ma stiamo guardando al futuro”

Pubblicato il 18 Set 2014

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“Fra qualche giorno devo andare in Austria a parlare ad un gruppo di imprenditori interessati ad investire in Italia. Va rimarcato che all’estero il nostro Paese suscita molto più interesse di quanto comunemente non si pensi in Italia. Però la farraginosità della nostra burocrazia, un fisco impossibile e regole del mercato del lavoro di cui nessuno capisce il senso finiscono spesso per impedire che l’attenzione si tramuti in qualcosa di più concreto»: quello di Karl Manfredi, amministratore delegato di Brennercom, può definirsi un osservatorio privilegiato. Se non altro perché dall’epicentro di Bolzano la sua azienda si è estesa verso Sud-Ovest nel Veronese e poi a Milano mentre verso Nord ha attraversato la frontiera austriaca per insediarsi in Tirolo e nei prossimi mesi anche in Germania.
Ma perché la chiamano per consulenze dall’estero?
Un po’, penso, per la vicinanza geografica e linguistica, ma anche perché Brennercom è vista come un’azienda di successo, rappresentativa. E poi in Alto Adige come in Trentino abbiamo maturato esperienze interessanti in tema di diffusione della banda larga cui, ad esempio, stanno guardando il governo austriaco e vari governi regionali. In Austria hanno deciso di destinare un miliardo di euro per portare ovunque la fibra ottica.
E cosa ha consigliato?
Che forse è meglio che la nuova rete venga gestita in modo neutro da una società terza, piuttosto che dallo Stato. E comunque, se si decide di mettere i network in capo a società pubbliche locali, è opportuno che esse siano sufficientemente grandi da rendere la gestione economicamente sostenibile.
Veniamo a Brennercom. Ormai siamo a metà settembre. Come vede la chiusura dell’anno?
Anche quest’anno riusciremo a battere la crisi, nonostante si sia trattato di un periodo più difficile di quello che ci aspettavamo. Utile e Ebitda saranno sui livelli dello scorso anno, mentre il fatturato di gruppo crescerà ancora. Così come gli occupati: ora ne abbiano circa 200. Contiamo di fare nuove assunzioni anche nel 2015.
Paga la scelta di lanciarvi nei servizi cloud?
La connettività è il nostro business tradizionale e vogliamo mantenere una rete in fibra ottica di assoluto livello. Ma il futuro sono i servizi cloud, che già ci stanno dando risultati più che soddisfacenti. Se in Italia, anche per la nostra storia, siamo conosciuti come una società di telefonia e Internet, in Tirolo ci siamo posizionati come operatore cloud. E stiamo andando molto bene.
Episodi come i casi Nsa o dell’iCloud di Apple, rischiano di raffreddare gli entusiasmi?
Penso che l’impatto mediatico sia maggiore di quello reale. Le preoccupazioni non mancano; ma le imprese cominciano a capire che affidarsi a chi della sicurezza dei servizi cloud fa il suo business è meglio che gestire la sicurezza in casa dove spesso mancano competenze e procedure organizzative adeguate. Non dimentichiamo che il fattore di rischio maggiore sono proprio i comportamenti dei dipendenti. Il trend del cloud è inarrestabile e i big data sono destinati ad imprimere una accelerazione fortissima.
Il cloud vede protagonisti soprattutto i big player globali.
Il mercato tipico delle multinazionali sono aziende con decine di migliaia di dipendenti e sedi sparse in tutto il mondo. Ma l’Italia, come l’Austria e la Baviera, è fatta soprattutto di piccole e medie imprese con sedi limitate all’estero. È lì che imprese come la nostra possono trovare un ruolo importante.
Con quali carte?
Flessibilità, migliori risposte alle specifiche esigenze di ciascun cliente, vicinanza, capacità di dialogo, duttilità. Ad esempio, noi offriamo connettività e storage, ma entriamo anche nell’integrazione di sistema. Ed è una cosa molto apprezzata dai nostri clienti. Vorrei citare il caso di un grande marchio della moda per cui stiamo costruendo “dalla a alla zeta” una piattaforma di e.commerce o di Südtirol Bank della quale gestiamo tutto il cloud.
Ciò non toglie che vi siete “alleati” con Cisco e Emc.
E ne siamo felicissimi. Con loro abbiamo partnership molto solide. Sono grandi gruppi, ma sono interessati ad avere rapporti con società regionali sane come la nostra che si muovono su mercati non direttamente accessibili a loro. Per noi c’è il grande vantaggio di accedere a tecnologie all’avanguardia. Ad esempio, siamo certificati “Cisco cloud provider”: in Italia siamo solo in quattro.
Siete cresciuti per acquisizioni come di recente Met. Ne avete in mente altre?
Intorno ci guardiamo sempre. Stiamo pensando a qualche system integrator di nicchia nel Veronese e in Lombardia. Vedremo.
E i datacenter? Vi bastano Bolzano e Trento?
“Stiamo valutando di costruirne uno a Milano e uno a Francoforte. Quest’anno ci siamo consolidati bene in Tirolo. Il 2015 ci vedrà puntare al mercato tedesco, in particolare la Baviera anche con l’apertura di un ufficio a Monaco.

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