Il Gps sugli smartphone fa gola agli advertiser

La localizzazione degli utenti permette di ideare pubblicità sempre più mirate, dicono gli analisti di iSuppli. Nel 2011 l’80% dei nuovi cellulari sarà “equipped”

Pubblicato il 20 Lug 2010

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Da tempo il cellulare si è trasformato da mero strumento per
comunicare via voce in device multi-funzione e multi-mediale. Uno
dei servizi più promettenti è quello che permette di localizzare
luoghi e persone tramite la tecnologia Gps: secondo le stime della
società di ricerche iSuppli, l’80% dei telefonini distribuiti
nel mondo userà il sistema del global positioning entro fine 2011,
contro il 56% del primo trimestre del 2009.

I servizi di social networking e le applicazioni che usano il Gps
sono ormai comuni sugli smartphone, anche perché sia gli
inserzionisti che i consumatori cercano applicazioni capaci di
indicare dove si trovi l’utente, indipendentemente dai suoi
continui spostamenti. Lo store di applicazioni per l’Apple iPhone
ha oltre 6.000 apps che incorporano il posizionamento
dell’utente, nota iSuppli.

L’acquisizione da parte di Google del fornitore di pubblicità
mobili AdMod e la nuova piattagorma iAd della stessa Apple
dimostrano il desiderio delle aziende di cercare nuove fonti di
guadagno dalla pubblicità che ha come valore aggiunto il
rilevamento della location del consumatore. La spesa delle azende
in pubblicità per i device mobili arriverà a 1,5 miliardi di
dollari nel 2013, contro 416 milioni l’anno scorso, secondo
eMarketer.

Ma non saranno solo i cellulari a incorporare sempre più spesso il
Gps per fornire pubblicità mirate e rilevanti, continua iSuppli.
Altri apparecchi di elettronica di consumo seguiranno lo stesso
trend: la società di ricerche prevede che il 18% dei computer
portatili e il 42% dei player hand-held per video game useranno
questa tecnologia nel 2014.

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