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Il Tar boccia il Codacons: “Il wi-fi sui treni non è pericoloso”

Il tribunale amministrativo del Lazio rigetta la richiesta dell’associazione dei consumatori che voleva bloccare il servizio offerto da Telecom sui treni ad alta velocità Trenitalia poiché riteneva pericolosi i campi elettromagnetici generati dal segnale wireless. “Tutto in regola, parametri e limiti in rispetto della legge”

Pubblicato il 11 Feb 2014

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I campi elettromagnetici presenti sui treni ad alta velocità per effetto dell’introduzione del wi-fi “sono compatibili con i parametri e i limiti previsti dalla legge”. Queste le conclusioni di due esperti in materia di inquinamento elettromagnetico e valutazione ambientale, in virtù delle quali il Tar del Lazio ha respinto le richieste con le quali il Codacons sollecitava lo “stop all’accordo Trenitalia-Telecom per il wi-fi sui treni”.

Il ricorso del Codacons mirava anche ad ottenere sulle vetture la segnalazione con cartelli della pericolosità delle emissioni. Il Tar ha dichiarato “inammissibile per difetto di giurisdizione” la parte del ricorso con la quale si contestava l’accordo Trenitalia-Telecom, sostenendo che “il protocollo impugnato – si legge nella sentenza – non ha natura di provvedimento o atto amministrativo in quanto lo stesso è un negozio stipulato da due soggetti aventi natura soggettivamente privatistica”. Quindi l’eventuale contestazione relativa all’accordo non può che essere proposta davanti al giudice ordinario.

I giudici hanno poi ritenuto infondata la censura prospettata dal Codacons e volta a segnalare il non rispetto di una Risoluzione del Consiglio d’Europa del maggio 2011. Secondo l’associazione, l’attivazione della rete wi-fi sui treni Freccia Rossa e Freccia Argento sottoporrebbe i clienti Trenitalia ad onde magnetiche nocive. Per i giudici le leggi italiane “risultano pienamente coerenti con il principio di precauzione”. Per il Tar “nulla vieta che i limiti di esposizione e le modalità di calcolo possano essere rivisti, sulla base dell’aggiornamento dello stato delle conoscenze, ma ciò al momento non è avvenuto probabilmente per l’assenza di riscontri scientifici certi”.

Infine, facendo riferimento alla censura con la quale si deduceva l’illegittimità dell’accordo Trenitalia-Telecom perché l’attivazione del wi-fi non sarebbe accompagnato da un’adeguata informazione agli utenti, i giudici l’hanno respinto ritenendo che l’attivazione del servizio “risulta adeguatamente pubblicizzato sul sito internet di Trenitalia e con l’apposizione di appositi segnali sulle carrozze ed è stata preceduta da una serie di spot televisivi”.

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