In Italia innovazione al palo. Segna il passo l’uso del Web

Secondo il Connectivity Scorecards di Nsn il nostro Paese occupa la 22esima posizione sui 25 Paesi più avanzati. Sul podio Svezia, Usa e Danimarca. L’ad Cappello: “Dare maggiore impulso agli investimenti Ict”

Pubblicato il 20 Giu 2011

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In Italia l’innovazione “ristagna”. A dirlo il Connectivity
Scorecards commissionato da Nokia Siemens Networks secondo cui il
nostro Paese ripete la performance deludente registrata lo scorso
anno, attestandosi alla 22° posizione su 25 Paesi considerati più
innovativi. Il parametro di analisi utilizzato nel report è la
cosiddetta “connettività utile” che misura l'ambito di
utilizzo delle tecnologie della connettività da parte degli utenti
finali, delle aziende e degli operatori pubblici con lo scopo
dell’evoluzione del benessere socio-economico.

La Svezia si conferma prima tra le economie guidate
dall’innovazione, seguita di misura dagli Stati Uniti e dalla
Danimarca. L’Olanda e la Norvegia completano il quintetto dei
migliori performer. La Malaysia si conferma invece in vetta alle
economie guidate dall’efficienza, seguita da Cile e Russia.

L’Italia, nel dettaglio, ha ottenuto un punteggio di 4,79,
mantenendo – rispetto all’edizione 2010 dello studio – il 22°
posto nella classifica delle economie guidate dall’innovazione.
Nonostante sia una delle nazioni più evolute dell’Europa
occidentale, la performance relativa all’adozione e
all’utilizzo delle tecnologie Ict è di molto inferiore a nazioni
“cugine” quali la Germania e la Francia, soprattutto per quanto
riguarda l'utilizzo di Internet.

“Il concetto di connettività utile ci ricorda che la tecnologia
da sola non può certo risolvere i problemi economici o sociali, ma
va considerata piuttosto come uno strumento utile per raggiungere
gli obiettivi – afferma Maria Elena Cappello, amministratore
delegato di Nokia Siemens Networks Italia – Affinché l’Italia
possa colmare il ritardo accumulato rispetto alle altre economie
avanzate, è necessario un maggiore impulso agli investimenti in
tutto l’Ict. L’auspicata adozione di un’Agenda Digitale
Nazionale favorirà la ripresa in generale con l’obiettivo di
riportare il nostro Paese alle posizioni di vertice che solo
qualche decennio fa ci vedevano primeggiare sugli attuali capofila
di questa classifica. Lo sforzo dev’essere comune e deve
coinvolgere l’intero Sistema Paese. Nokia Siemens Networks con i
suoi sistemi, soluzioni, servizi e tecnologie si candida con
determinazione a sostenere uno sviluppo digitale non più
procrastinabile”.

Ci sono comunque dei punti di forza che caratterizzano l’Italia.
Dal punto di vista dei consumatori, il principale è l'elevato
numero di utenti nel settore della telefonia mobile, pari
all'89,5%. Il Paese ha poi registrato un buon risultato per
quanto riguarda due parametri relativi alle infrastrutture
aziendali, ovvero i servizi di gestione dei dati mobili e la
telefonia aziendale. Un'altra area in cui l'Italia mostra
ottimi risultati è la proporzione nell’utilizzo dei servizi di
e-governance: un dato in un certo senso sorprendente, dal momento
che il Paese presenta una bassa performance per tutti gli altri
parametri legati all'utilizzo di Internet.

L'Italia ha invece ottenuto un punteggio piuttosto basso per la
maggior parte degli indicatori rilevati, ma una delle aree nelle
quali risulta essere particolarmente in ritardo è quella relativa
all'utilizzo di Internet. Il dato è simile per consumatori,
aziende e settore pubblico. Rispetto ad un risultato pari al 60-80%
della popolazione per le altre economie guidate
dall'innovazione, l'utilizzo di Internet in Italia è
limitato a meno della metà della popolazione. Inoltre, solo meno
di un quinto degli Italiani utilizza la rete per operazioni
finanziarie ed acquisti online, rispetto al 50-60% delle altre
nazioni dell'Europa occidentale. Questo scarso utilizzo dei
servizi Internet potrebbe essere in parte legato al tasso
relativamente basso dell'adozione della banda larga in
generale. In Italia, infatti, il tasso di penetrazione della banda
larga è appena al di sopra di 50 utenti su 100 nuclei familiari.
Inoltre, la velocità media della connessione e la percentuale di
indirizzi IP sopra i 5 Mbps sono tra le più basse rilevate in
tutte le economie guidate dall'innovazione.

Dal punto di vista delle aziende, l'Italia si posiziona agli
ultimi posti della classifica in termini di server sicuri, personal
computer e investimenti Ict pro capite. Nel campo delle
amministrazioni e settore pubblico, l'Italia ha un primato
negativo secondo l'indice dei servizi di e-government delle
Nazioni Unite e ottiene il penultimo posto in termini di
percentuale della popolazione che utilizza i servizi di
e-government secondo l'indice che misura l’utilizzo
dell'e-government delle Nazioni Unite.
“L'Italia presenta un certo ritardo rispetto alle altre
economie avanzate per la maggior parte dei parametri relativi alla
connettività – conclude la Cappello – La performance del Paese nel
settore della telefonia mobile è invece ottima, ma per quanto
attiene l'adozione della banda larga e l'utilizzo dei
servizi online, i dati, secondo l’analisi, non sono ancora
confortanti.”
L'obiettivo principale è quindi sviluppare l’utenza Internet
e promuovere l'utilizzo dei servizi online sia da parte delle
aziende, sia da parte delle amministrazioni pubbliche.

In termini di utenza di telefonia mobile, nella maggior parte dei
Paesi analizzati vengono rilevati tassi di penetrazione superiori
all'80%. Per l'Italia invece il dato è pari all'89%.
Se venisse invece utilizzato l'indicatore più convenzionale,
ma meno oggettivo, delle "Sim card per 100 abitanti"
(spesso adoperato da molti analisti), i parametri della
"penetrazione mobile" rileverebbero lo stesso dato.
L’Italia vanta infatti un positivo dato di quasi 150 Sim card
ogni 100 abitanti.

I nuovi indicatori nella classifica 2011 hanno penalizzato i
settori delle infrastrutture del settore pubblico e delle
amministrazioni. L'Italia ha mostrato risultati negativi in
alcune di queste nuove aree analizzate. Il dato è particolarmente
vero per quegli indicatori che riflettono i livelli di spesa per i
settori sanitario, dell'istruzione e amministrativo in senso
stretto dove sono state individuate notevoli differenze tra le
nazioni ai primi posti della classifica e quelle agli ultimi. Anche
adottando i parametri "più oggettivi" delle Nazioni
Unite sulla qualità dell'e-government, l'Italia mostra
ampi margini di miglioramento.

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