FREQUENZE

Interferenze Lte-Tv, fondo telco dal 1° gennaio 2013

Il Mise punta a varare entro l’anno il nuovo regolamento per la risoluzione dei disturbi del 4G al segnale televisivo. La norma contenuta nel Crescita 2.0 sarà emanata per decreto

Pubblicato il 10 Ott 2012

Paolo Anastasio

antenne-120220102309

Secondo fonti ministeriali interpellate dal Corriere delle Comunicazioni, il regolamento del Mise sulle interferenze Lte-Tv sarà operativo dal 1° gennaio del 2013. Nel regolamento, che sarà emanato dall’amministrazione entro 60 giorni tramite decreto ministeriale, verrà dettagliata una procedura con i criteri di contribuzione “proporzionalmente alle interferenze riferibili a ciascuno dei singoli operatori” assegnatari delle frequenze a 800 Mhz. L’obiettivo è minimizzare eventuali interferenze tra i servizi Lte sulla banda a 800 Mhz e il segnale di ricezione della tv digitale terrestre.

Il fondo, precisano dal ministero, non sarà costituito ex post, una volta riscontrate le interferenze, ma sarà operativo dal primo gennaio del 2013, quando gli operatori potranno accendere le frequenze a 800 Mhz. La norma è contenuta nell’articolo 14 del decreto “Trasforma Italia”, approvato giovedì scorso in Cdm.

La norma, fa sapere il ministero, prevede che ci siano trimestralmente delle rendicontazioni e degli aggiornamenti sulla base di quello che si verificherà di volta in volta sul campo dal primo gennaio: sulla base delle rendicontazioni, ci sarà un adeguamento.

Insomma, la volontà del ministero è varare il regolamento in concomitanza con l’accensione delle prime frequenze Lte a 800 Mhz da parte degli operatori. Resta da vedere se il termine perentorio di 60 giorni per la stesura del documento sia perentorio e se l’iter parlamentare di approvazione del decreto Crescita 2.0 non vada per le lunghe, cambiando le carte in tavola, con la modifica dell’articolo 14 che contiene la norma.

Ancora da definire il soggetto terzo che operativamente si occuperà di verificare la paternità delle interferenze e la rendicontazione. Fra i papabili la Fub, braccio operativo del Mise.

Secondo stime circolate nelle ultime settimane, la dotazione del fondo a carico delle telco è compresa fra 65 e 100 milioni di euro a seconda dei costi per l’installazione dei filtri anti-interferenza che dovranno essere installati sulle antenne di ricezione del segnale televisivo per eliminare possibili disturbi.

Le interferenze possono essere di due tipi: il primo, riguarda le frequenze “sporche” acquisite da Wind, che rischiano di disturbare il segnale dei canali televisivi adiacenti. Il secondo tipo di interferenza, quella per accecamento, potrebbe derivare dalle frequenze detenute da Tim e Vodafone. Il costo dei filtri professionali per risolvere le interferenze da canale adiacente è di 130 euro. Secondo alcune fonti, l’installazione del filtro professionale potrebbe eliminare anche eventuali problemi di interferenza da “accecamento”. I filtri commerciali per risolvere i disturbi da “accecamento” costano intorno ai 15 euro. Per risolvere il problema dei disturbi da “accecamento” potrebbe bastare lo spostamento dell’antenna tv, in modo che non sia direzionata verso gli apparati di trasmissione Lte. Resta da capire se il Mise nella sua road map anti-interferenze comincerà ad affrontare il problema a partire dai disturbi da canale adiacente, che riguardano Wind, o da quelli per accecmaneto, che chiamano in causa Vodafone e Tim.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 2