DECRETO CRESCITA 2.0

Interferenze Lte-Tv, si torna a trattare

Un emendamento ripropone nel Crescita 2.0 il fondo delle telco. E torna a riunirsi il 5 dicembre (dopo la rottura di due giorni fa) il tavolo ministeriale. Ma stavolta accanto alle Tlc siederanno anche Anitec, antennisti e consumatori

Pubblicato il 30 Nov 2012

Paolo Anastasio

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Rispunta il fondo anti-interferenza a carico delle telco nel Decreto Crescita 2.0 in esame al Senato. Il provvedimento, che era stato stralciato nella bozza uscita dal Cdm, è destinato a normare la riduzione delle interferenze che l’Lte produrrà al segnale di ricezione della tv digitale a partire dal primo gennaio 2013, con il passaggio delle frequenze a 800 Mhz a Telecom Italia, Vodafone e Wind. Secondo le ultime stime, sono circa 700mila le abitazioni che rischiano di subire disturbi di ricezione al segnale televisivo dopo l’accensione dei ripetitori telefonici.

Il ritorno “formale” del fondo a carico delle telco nel testo del Decreto 2.0 è arrivato questa mattina durante l’esame del testo in Senato, con l’aggiunta del comma 2bis all’articolo 14 del Dl “Azzeramento del divario digitale”. L’emendamento, a firma Giuseppe Leoni e Luciano Cagnin (Lega), prevede l’emanazione, entro 60 giorni da parte del ministero per lo Sviluppo economico, di un regolamento sulle misure e le modalità di intervento da porre a carico degli operatori delle telecomunicazioni, “al fine di minimizzare eventuali interferenze tra i servizi a banda ultralarga mobile nella banda degli 800 MHz e gli impianti per la ricezione televisiva domestica”.

Gli interventi che si rendessero necessari sugli impianti per la ricezione televisiva domestica per la mitigazione delle interferenze saranno gestiti a valere su un fondo costituito dagli operatori tlc assegnatari delle frequenze in banda 800 MHz e gestito privatamente dagli operatori interessati, in conformità alle previsioni del regolamento.

I parametri per la costituzione del fondo e la relativa contribuzione degli operatori, “sono definiti secondo princìpi di proporzionalità, trasparenza e non discriminazione”. Il ministero dello Sviluppo economico, recita l’emendamento, “con proprio provvedimento provvede ogni trimestre alla rimodulazione di tali contributi sulla base dei costi di intervento effettivamente sostenuti dai singoli operatori e rendicontati”.

Secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, nei giorno scorsi il tavolo ministeriale sulle interferenze Lte-Tv è saltato. Telecom Italia, Vodafone e Wind, per ora, non hanno trovato un accordo sulla ripartizione economica delle quote destinate al fondo, che fino a ieri era volontario, per finanziare l’acquisto dei filtri anti-interferenza e l’intervento dell’antennista, misure necessarie ad eliminare il disturbo provocato dal segnale Lte sulle antenne di ricezione della tv digitale terrestre. Il problema non riguarda 3 Italia, che non dispone di frequenze a 800 Mhz.

Secondo fonti vicine al dossier, il tavolo di concertazione fra gli operatori è sì saltato per posizioni divergenti, ma le parti continuano a parlare fra loro e la situazione è in fieri. La posizione degli operatori è nota: Vodafone e Telecom Italia sono disponibili a contribuire al fondo anti-interferenza, ma in maniera inferiore a Wind, cui imputano la paternità della maggior parte delle interferenze che si verificheranno. Secondo i due operatori, Wind era già consapevole in sede di asta Lte che le frequenze “sporche” che si è aggiudicata, adiacenti ai canali televisivi, avrebbero prodotto interferenze sui canali televisivi. Wind, con il supporto di altri studi, sostiene che le interferenze non dispendono soltanto dai blocchi sporchi, ma più in generale dalla potenza del segnale Lte tout court che spegne il segnale di ricezione televisivo nelle immediate vicinanze di un apparato Lte. Tutti gli operatori, d’altra parte, sono concordi nel non voler gravare sui cittadini per quanto riguarda il pagamento dei filtri anti-interferenza, ipotesi che ha gà sollevato le rimostranze delle asocciazioni dei consumatori, fra cui Cnu e Adiconsum.

Secondo fonti ministeriali, la prossima riunione del tavolo anti-interferenza presso il Dipartimento delle Comunicazioni si terrà mercoledì 5 dicembre e vedrà la partecipazione dell’Anitec, del Cei (Comitato elettrotecnico italiano) e degli antennisti. Il tavolo sarà presto allargato anche alle associazioni dei consumatori, che hanno scelto l’Adiconsum come rappresentante.

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