TELECOM ITALIA

Intesa Sanpaolo accelera su uscita da Telco: “Smobilizzazione parte del nostro piano”

L’Ad Carlo Messina: “Usciremo da tutte le partecipazione non strategiche”. I soci della holding hanno una finestra utile per la disdetta che va dal 15 al 30 giugno”

Pubblicato il 06 Giu 2014

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Intesa SanPaolo smobilizzerà la propria partecipazione in Telco-Telecom. Lo ha indicato oggi a Padova l’Ad del gruppo bancario, Carlo Messina. “Il nostro piano di impresa ha una chiara indicazione di smobilizzo di tutte le partecipazioni non strategiche. E’ chiaro che questa fa parte dei nostri progetti”, ha sottolineato il banchiere.

I soci della holding – oltre a Intesa SanPaolo ci sono Mediobanca, Generali e Telefonica – hanno una finestra utile per dare disdetta dal 15 al 30 giugno. Lo scioglimento di Telco comporterà la scissione, ossia ogni azionista di Telco si troverà in mano direttamente titoli di Telecom Italia e sarà ovviamente responsabile pro-quota del debito. La scissione sarà effettiva nell’arco massimo di sei mesi dalla disdetta.

Intanto Generali riunirà un Cda a Roma mercoledi’ 11 giugno, nel primo pomeriggio. Dal colosso delle assicurazioni si attende qualche decisione su Telco. Lo stesso presidente di Generali Gabriele Galateri ha confermato di recente l’intenzione di uscire: “Penso che verrà utilizzata la finestra di giugno”, aveva detto ricordando che si tratta di “una finestra tecnica che però non permette l’immediato smobilizzo della quota”.

Intanto i riflettori restano puntati sul Brasile: Telecom Italia detiene il 67% di Tim Brasil, società di telefonia mobile, concorrente di Vivo, l’operatore controllato da Telefonica e Portugal Telecom. Il problema è legato al fatto che Telefonica, secondo le autorità brasiliane, controlla indirettamente anche Tim Brasil attraverso la propria partecipazione in Telco che a seguito degli accordi raggiunti nel 2013 si è rafforzata.

La società iberica ha tempo fino a metà 2015 per mettere a posto la posizione. Intanto Oi sta studiando l’acquisto di Tim Brasil e la successiva vendita degli asset agli altri operatori di telefonia mobile, ossia la Claro di America Movil e alla stessa Vivo. Ma al quartier generale di Telecom Italia, secondo indiscrezioni, stanno analizzando un’integrazione tra la controllata brasiliana e Gvt, compagnia attiva nella telefonia mobile. Se andasse in porto il primo scenario, Telefonica vedrebbe risolta la propria situazione in Brasile, dove l’Anatel stima che ormai controlli il 56% della telefonia mobile. Per contro se Tim Brasil si sposasse con Gvt, l’azienda iberica dovrebbe trovare soci per il controllo di Vivo, o ridurre la propria partecipazione in Telecom Italia. Ieri il Cade ha ribadito che Telefonica deve pagare una multa da 15 milioni di reais. Multa contro la quale l’azienda spagnola ha già fatto sapere che farà ricorso, anche se dovrà aspettare l’imminente pubblicazione della richiesta nella Gazzetta Ufficiale brasiliana.

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